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Capezzone demolisce Telese: “Fascista rosso”. Gaia Tortora dà il colpo di grazia: “Non si fa”
Oggi 06-10-25, 09:24
Doveva essere un normale dibattito televisivo della domenica mattina, uno di quelli in cui si discute animatamente ma con misura. Invece, a “Omnibus”, su La7, è andato in scena uno scontro che difficilmente sarà dimenticato. Protagonisti, Daniele Capezzone, direttore editoriale di “Libero”, e Luca Telese, conduttore di “In Onda”. A moderare, una glaciale e impeccabile Gaia Tortora. L'occasione era la vicenda della Flotilla, la nave partita per rompere il blocco su Gaza, a bordo della quale viaggiavano anche alcuni parlamentari italiani. Tra loro, l'onorevole Benedetta Scuderi di Avs, appena rientrata da Israele. Capezzone l'ha accolta con un “bentornata” di rito, ma subito dopo ha piazzato il primo affondo. “Ci sono due cose che non funzionano. Primo, nessuno sale su un aereo a sua insaputa e contro la propria volontà. Quattro parlamentari hanno lasciato la nave e voi avete mollato i vostri compagni. Secondo, da mesi il 'Telegraph' parla di finanziamenti diretti o indiretti di Hamas a queste operazioni. Non potete far finta di nulla”. Un intervento secco, come una stilettata. Telese ha provato a interromperlo, visibilmente irritato. Ha preso un giornale in mano, si è alzato e, rivolto a Capezzone, gli ha detto: “Stai a cuccia”. A quel punto, la miccia era accesa. Capezzone ha reagito con una furia che ha spiazzato lo studio. “Stai a cuccia? Ma dove siamo, all'asilo? Ma vergognati! Questo fascista rosso come si permette? Fascista rosso! Se non vuoi far parlare di Hamas, dillo e basta!”, ha tuonato. Il clima si è fatto rovente. Telese, esasperato, ha scelto la via dell'uscita teatrale. Si è alzato e ha abbandonato lo studio, mentre la conduttrice cercava di riportare calma. E qui è arrivata la stoccata di Gaia Tortora, glaciale ma precisa come una lama: “L'uscita è molto teatrale. Di solito, queste cose, in casa dello stesso gruppo, non si fanno”. Fine della scena. In pochi minuti, la trasmissione del mattino è diventata la cronaca del giorno. Dietro l'episodio c'è molto più di un alterco tra giornalisti. Lo scontro Capezzone–Telese è il simbolo di un momento politico in cui il dibattito è diventato terreno di scontro ideologico puro, dove la forza della voce spesso conta più della sostanza degli argomenti. Capezzone ha centrato il bersaglio mediatico, portando il tema dei presunti finanziamenti alla Flotilla in prima serata e costringendo gli avversari a reagire. Telese, invece, ha perso la bussola nel tentativo di sminuire l'attacco, trasformandosi, suo malgrado, nel protagonista di una “fuga in diretta”. La televisione, del resto, amplifica tutto: la tensione, la rabbia, i nervi scoperti. Ma quando la discussione scivola nell'arena del personale, il messaggio politico finisce per perdersi. Sul piano dell'immagine, il punto va a Capezzone. Ha imposto il suo ritmo, dettato i temi, costretto Telese sulla difensiva. Telese, con la sua uscita di scena, ha dato l'impressione di non saper reggere il contraddittorio e la frase di Gaia Tortora, “molto teatrale”, suona come una sentenza definitiva.
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