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Caso Becciu, il fulmine sul Conclave. I cardinali: "E se toccasse a noi..."
Oggi 30-04-25, 07:32
Poche righe ma piene di dignità. Ieri il cardinale Angelo Becciu si è affidato a una nota per dare l'ufficialità della decisione annunciata lunedì scorso in congregazione: non entrerà in conclave. Confermata, dunque, la notizia che «Il Tempo» aveva dato prima di tutti nella tarda mattinata di due giorni fa. «Avendo a cuore il bene della Chiesa che ho servito e continuerò a servire con fedeltà e amore - ha scritto nella nota - nonché per contribuire alla comunione e alla serenità del conclave, ho deciso di obbedire come ho sempre fatto alla volontà di Papa Francesco di non entrare in conclave pur rimanendo convinto della mia innocenza». Un atto di rispetto verso il Pontefice defunto ma al tempo stesso l'ennesima proclamazione della «sua» verità. Contrariamente a quanto si pensava, il caso Becciu è ritornato anche nella congregazione generale di ieri. Diversi cardinali hanno rotto il silenzio di lunedì e hanno parlato nell'Aula nuova del Sinodo per elogiare il passo indietro del loro confratello sardo. Chi è intervenuto sembrava quasi sollevato del fatto che non si dovesse più arrivare a una resa dei conti grazie al gesto di generosità del cardinale. Anche nel suo discorso emozionale di lunedì, Becciu però ha dimostrato di credere di avere tutti i diritti a entrare in Sistina e quindi di ritenere una grave ingiustizia i documenti attribuiti al Papa che hanno favorito la sofferta scelta ufficializzata ieri. Il suo è stato una sorta di grido in faccia ai confratelli che ha messo in evidenza i rischi di una tendenza autocratica da parte del Romano Pontefice. Becciu o non Becciu, questo è senz'altro un tema che verrà affrontato nelle congregazioni e che peserà in conclave perché sono in molti a essere stanchi dell'arbitrarietà delle leggi vista nell'ultimo pontificato. L'enormità della punizione riservata al cardinale è palese a tutti ma davanti ai documenti gli altri membri del sacro collegio si sono posti il problema di come poter contestare la decisione di chi detiene un potere supremo nell'ordinamento canonico. Non è retorico dire che Becciu si è sacrificato per il bene e l'unità della Chiesa perché la questione della sua presenza o meno in conclave sarebbe diventata una pesante spada di Damocle sull'elezione del successore di Francesco. Secondo alcuni esperti consultati dal nostro giornale, la sua via d'uscita limita ma purtroppo non elimina del tutto il rischio che un domani qualcuno possa avanzare i soliti dubbi sulla validità del conclave e dunque dell'elezione del nuovo Pontefice. Ecco perché il cardinale, dopo la solitudine di lunedì, è passato a incassare l'apprezzamento dei confratelli alla congregazione di ieri. Tolta dal tavolo la questione del suo ingresso o meno in conclave, non termina però la discussione sulle modalità e sulle tempistiche dei documenti tirati fuori a Papa morto e che gli sono costati la Sistina. La sua vicenda ha creato un precedente che il mondo accademico è pronto ad analizzare. Francesco a inizio pontificato disse: «è stato il mio modo autoritario di prendere le decisioni a creare problemi». Parole che sono tornate in mente ai cardinali decisamente scossi per la durezza del dibattito sul caso Becciu in questi giorni di congregazioni. «Questa volta - osserva un cardinale non elettore - è rotolata la testa di un cardinale per una condanna in primo grado, in un altro ordinamento, dovuta ad un'accusa di poche migliaia di euro in un processo che si sta rivelando un ginepraio. Chi impedisce al prossimo Papa di fare lo stesso con un cardinale che gli sta antipatico perché ha idee diverse?». La situazione è seria e non riguarda solo il presente, ma anche il futuro della Chiesa. Per questo il caso Becciu probabilmente non sparirà del tutto dalle discussioni delle congregazioni generali. Il cardinale sardo, intanto, si è preso la sua rivincita su chi l'ha sempre descritto come un uomo dedito solo all'ambizione personale. Non è stato facile fare il passo indietro pur nella convinzione di essere nel giusto e chi lo ha sentito in questi due giorni racconta di aver avuto a che fare con un uomo provato e amareggiato, ma pronto a trovare conforto nella preghiera.
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