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CASTA VIVA - Ecco l'inciucio che salva Ilaria Salis dal processo. Almeno per ora
Oggi 24-09-25, 07:15
A Bruxelles va in scena l'«inciucio» che salva Ilaria Salis. La commissione Affari giuridici del parlamento europeo (Juri) boccia la richiesta di revoca dell'immunità per la paladina delle occupazioni abusive grazie a due franchi tiratori. I sospetti ricadono sui Popolari europei (Ppe), che secondo le ricostruzioni di Conservatori e Patrioti avrebbero garantito i due voti decisivi per salvare l'eurodeputata di Avs negando il diritto al tribunale di Budapest di continuare il processo a suo carico (è accusata di lesioni personali aggravate per l'aggressione contro militanti neonazisti nella capitale ungherese nel febbraio 2023). Una concessione che avrebbe avuto una contropartita. La commissione Juri, infatti, ha confermato l'immunità anche per Péter Magyar, ex alleato di Viktor Orban e oggi suo principale oppositore, e per Klara Dobrev, anche lei accusata dalla magistratura ungherese. Magyar appartiene al gruppo del Ppe, Dobrev a quello dei Socialisti. Insomma, quello andato in scena ieri sarebbe un vero e proprio voto di "scambio" di immunità. Un inciucio in piena regola, favorito dal voto segreto. Tanto che la delegazione della Lega a Bruxelles per la di «eurovergogna targata sinistra e traditori del centrodestra, che usano la giustizia come un manganello». Salis, infatti, sulla carta aveva a disposizione solo 11 voti a suo favore su 25. Alla fine, invece, ne ha ottenuti 13, raggiungendo quell'unico voto di scarto necessario ad assicurarsi una maggioranza. Anche se non è detta ancora l'ultima parola. La palla adesso passa all'assemblea plenaria dell'europarlamento che si riunirà a inizio ottobre. In quella sede saranno chiamati ad esprimersi tutti gli eurodeputati. Non a caso, Carlo Fidanza «invita il Ppe a rimediare, riconnettendosi ai propri elettori che chiedono come noi una giustizia giusta e non l'impunità per gli estremisti, tanto cara alla sinistra». A onor del vero non tutti nel Ppe hanno gradito quanto accaduto. Il relatore in commissione Juri, Adrian Vazquez Lazara, è affranto: «Abbiamo oltrepassato i limiti. Il problema è che se l'immunità finisce per essere revocata dal tribunale Ue in Lussemburgo, che è quello che penso succederà, allora questo creerà giurisprudenza su due cose. Sul fatto che il parlamento europeo non ha rispettato le regole, e sul fatto che c'erano membri del parlamento che hanno usato politicamente la loro posizione per trarne un vantaggio politico». Budapest non ha ancora fatto sapere se ricorrerà al tribunale del Lussemburgo. Intanto, però, mostra i muscoli. Il portavoce di Orban, Zoltan Kovacs, non ci gira intorno: «Noi non dimenticheremo e non ci arrenderemo. Ilaria Salis è una criminale pericolosa che merita di stare in carce re». Come detto, la battaglia giudiziaria non è finita. Salis festeggia e si prepara al prossimo verdetto: «È un segnale importante e positivo.Ho piena fiducia che il parlamento confermerà questa scelta nella plenaria di ottobre, affermando la centralità dello stato di diritto e delle garanzie democratiche. L'immunità mi protegge dalla persecuzione politica del regime di Orban».
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