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Censura Ue a Il Tempo, le reazioni della politica
14-05-2025, 15:49
L'Unione europea mette il bavaglio a Il Tempo e al suo direttore Tommaso Cerno, oggi a Bruxelles alla seduta del gruppo di monitoraggio interno alla commissione Libe (libertà civili, giustizia e affari interni) sul tema dello stato di diritto e libertà di stampa in Italia, dove era stato candidato a parlare dal gruppo di Fratelli d'Italia e dove, però, è stato censurato. Immediate le reazioni di solidarietà del centrodestra e di alcuni esponenti di Italia Viva. Assordante, invece, il silenzio della sinistra, che predica libertà di espressione e non proferisce parola se viene messo nel mirino il pensiero di chi non si riconosce nella sua galassia. Tra le prime reazioni quella del deputato di Fratelli d'Italia e Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, che ha definito "paradossale" che "in un incontro sul pluralismo dell'informazione, venga censurata la voce di un giornalista che ha dedicato la propria carriera ai diritti civili e alla libertà". "Avevo proposto Tommaso Cerno e la presidente delle Giornaliste italiane", Paola Ferazzoli, "perché capaci di parlare sia di giornalismo e libertà di stampa che anche di gender equality", ha spiegato all'Adnkronos il copresidente del gruppo Ecr nel Parlamento Europeo Nicola Procaccini, che ha poi evidenziato la necessità di fare luce sul "Monitoring group sullo Stato di diritto, che è presieduto da Sophie Wilmès. Ha un presidente diverso dalla Libe, che è presieduta dal Ppe". Wilmès, belga, "è di Renew Europe e fa un panel sullo Stato di diritto in Italia che è ridicolo, per quanto è sbilanciato a sinistra", ha dichiarato. "Ho chiesto di riequilibrare questo panel proponendo" dei nomi di aree diverse, ha continuato Procaccini. "L'unico che è stato accettato", ha aggiunto, è Francesco Greco, presidente del Consiglio Nazionale Forense. Forti le parole di sostegno nei confronti del direttore de Il Tempo di Mariastella Gelmini, capodelegazione Noi Moderati al Senato. L'esclusione di Cerno, ha detto, "è del tutto incomprensibile. Cerno è un giornalista libero che si è impegnato per anni su diritti civili, tutela delle minoranze, temi etici: non è pensabile che un'istituzione europea possa escludere voci autorevoli solo perché fuori dal coro conformista di una certa sinistra". Solidarietà "piena" a Cerno è stata espressa anche da Marco Rizzo e Francesco Toscano, a nome di Democrazia sovrana popolare. "La democrazia vale solo se parlano loro", hanno affermato, attaccando il "totalitarismo globalista e bellicista che imbavaglia la libera informazione". La decisione di non accettare la partecipazione di Cerno, ha sottolineato invece il deputato di Fratelli d'Italia Alessandro Amorese, capogruppo in Commissione Cultura, "non solo è paradossale ma ci porta indietro in un tempo oscurantista in cui si escludeva chi non era in linea con le idee del momento. La libertà di stampa va difesa ascoltando tutti e sembra strano che si parli così tanto di democrazia e poi si censuri chi da sempre ha lavorato per tutelare i diritti civili e la libertà". Anche Francesco Bonifazi, deputato di Italia Viva, ha scandito parole per sostenere Tommaso Cerno e la libertà di espressione, che "è la base fondante dei valori occidentali: non è con la censura che si costruiscono democrazie più forti. Spesso non la penso come Tommaso ma oggi gli mando tutto il mio sostegno", ha affermato. “Impedire al direttore del Tempo Cerno, uomo profondamente libero e liberale, di partecipare a un incontro sulla libertà di stampa in Italia, presso la commissione Libe del Parlamento Europeo, è una storia che assume i contorni del grottesco. Con profondo sdegno siamo costretti ad assistere a qualcosa di inimmaginabile. Intollerabile provare a imbavagliare una parte della stampa italiana, un atteggiamento, questo sì fascista ergo censorio, messo in atto da quegli stessi organi sedicenti difensori della democrazia e della manifestazione del pensiero e dell'espressione, che predicano bene e razzolano male", ha invece dichiarato la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d'Italia, NM, UDC, MAIE. Parole di supporto sono arrivate anche da Fabrizio Marrazzo, Portavoce del Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale. "È preoccupante che un incontro dedicato al pluralismo dell'informazione escluda proprio chi, come Cerno, rappresenta una voce indipendente, con un percorso giornalistico libero e spesso fuori dagli schemi. La libertà di stampa non si difende a colpi di esclusioni, ma garantendo la presenza di sensibilità diverse, anche scomode", ha detto, mettendo in luce la differenza tra "i giornalisti chiamati a raccontare la realtà" e "le associazioni ideologiche o fanatiche che promuovono visioni estremiste e negazioniste". Cerno, ha aggiunto, "non può essere trattato come una voce fuori luogo, ma come una risorsa importante per un confronto veramente libero e democratico". "La loro idea di democrazia è invece il volto vero dell'intolleranza ideologica. Ecco dove sta il fascismo: a sinistra", ha tuonato l'europarlamentare Anna Maria Cisint. "Volevo partecipare anch'io, a dire il vero, ma non si può. Nessun confronto, nessuna apertura. Parlano di libertà, ma non accettano il confronto. Parlano di pluralismo, ma selezionano i relatori in base all'adesione alla loro ideologia. Questo è il vero problema, altro che cultura del rispetto: è una cultura dell'esclusione", ha proseguito Cisint, denunciando il "ghetto politico del pensiero unico" e parlando di un "panel costruito su un'unica matrice ideologica". "Questo non è confronto. È propaganda. Ed è ancora più grave che accada dentro le istituzioni europee, che dovrebbero essere la casa della democrazia, del pluralismo, del dialogo. Invece assistiamo all'ennesima messinscena autoreferenziale della sinistra, che impone i suoi temi, i suoi ospiti, i suoi applausi. E chi dissente? Fuori. Questa è la loro idea di Europa. Ma io non ci sto", ha concluso.
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