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                                                Cerno e Capezzone in Senato: "Minacciati per le nostre inchieste. Se piaci alla destra ti odiano di più"
                                
                                14-10-2025, 16:49                            
                                                            È oggi il giorno in Commissione Anti-discriminazioni del Senato dell'audizione del direttore de Il Tempo Cerno insieme al direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone, entrambi vittime di odio feroce proprio per l'espressione delle proprie idee. Dopo aver salutato e ringraziato la senatrice a vita, il nostro direttore ha esordito dicendo: “Io amo essere odiato quindi mi trovo a mio agio”, sottolineando il suo consueto atteggiamento di rifiuto verso il pietismo che spesso si rivolge alle persone bersaglio di minacce. Minacce che sono divenute migliaia per Cerno, soprattutto dopo l'inchiesta che il giornale ha condotto su presunti legami tra elementi appartenenti al fondamentalismo islamico ed esponenti dell'attuale opposizione. Un'inchiesta che Cerno ha ricordato, sottolineando come non sia mai arrivata nemmeno una smentita nei nostri confronti ma solo decine e decine di tentativi di intimidazione. Ed è per questo che ha citato il leader del M5S Giuseppe Conte, che ci ga risposto solo per un “accredito sbagliato”, eludendo invece, insieme a ogni membro del suo partito, ogni altro interrogativo. “Mi sono sentito dare dell'islamofobo da parte di persone appartenenti a gruppi vicini ai fratelli musulmani, che dalla Francia all'Olanda sono arrivate in Italia. E non lo diciamo solo noi, ma l'ha detto il capo dell'Imam della Francia in un'intervista sul nostro giornale, oggi sotto protezione proprio per aver denunciato la deriva del fondamentalismo islamico”, ha ricordato Cerno, che ha aggiunto come “l'odio oggi non può più essere sintetizzato, pur nella buona fede che ebbe la legge Mancino, in una serie di categorie a rischio” e ha ribadito l'importanza di sorveglianza di un sistema di azione piu ampio presente anche nelle piazze ProPal. Audito anche Capezzone: “Per ciò che mi riguarda l'episodio più significativo risale all'arco temporale novembre ‘23-settembre ‘24. “Userò tutta la tua famiglia per fartelo capire”: questo messaggio, con una serie di elementi assai circostanziati, era direttamente indirizzato a me. Ma ce n'erano anche molti altri più generali, rivolti erga omnes verso tutti noi occidentali, per definizione infedeli. Il direttore editoriale di Libero che ha lanciato, infine, delle proposte “ispirate a criteri rigorosamente liberali”. Una di queste riguarda “l'associazionismo e la vita culturale e religiosa delle comunità islamiche. Occorre un censimento (uso appositamente un concetto sdoganatissimo, che evoca solo positive esigenze di trasparenza) di tutti i luoghi di culto, di incontro e di associazionismo ispirati all'Islam sul nostro territorio. La medesima trasparenza va richiesta sulle relative fonti di finanziamento. Mi sembra il minimo sindacale, a maggior ragione in assenza di un'intesa con lo stato italiano che non è stata possibile per ben due volte (con governi di centrosinistra e di centrodestra) a causa delle diverse scelte proprio delle comunità islamiche. Ma questa mancata intesa non può significare mancanza di trasparenza su attività, persone, finanziamenti”. Una commissione che oggi ha deciso, con queste audizioni, non solo di rilanciare l'inchiesta che abbiamo condotto, ma di fare chiarezza sui legami tra fondamentalismo islamico e politica italiana, cercando una soluzione per arginare un fenomeno che rischia di diventare dilagante.
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