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Chi è il procuratore Khan che difendeva Gheddafi jr e vuole arrestare Netanyahu
07-02-2025, 07:45
Da avvocato difensore di Gheddafi Jr a capo delle inchieste all'Aia, il carrozzone permanente che, ormai sempre più spesso, mette sotto accusa nomi altisonanti. E che, alla fine, le condanne le conta sulle dita di una mano. Il procuratore Karim Ahmad Khan, che ieri ha recepito la denuncia contro il governo italiano e che aveva chiesto l'arresto poi spiccato del generale libico Almasri, è un personaggio controverso. Uno capace di mettere sullo stesso piano Israele e i terroristi di Hamas: proprio lui, alla fine di maggio, è riuscito a incassare l'emissione del mandato di cattura all'Aja per il premier Benjamin Netanyhau e il suo ex ministro Yoav Gallant, accusati di crimini di guerra e contro l'umanità alla stessa stregua di tre capi di Hamas. Khan è riuscito anche nell'impresa di ottenere in fretta e furia il mandato d'arresto per Almasri, catturato non appena entrato in Italia, dopo che aveva bighellonato per dodici giorni in Europa e con una richiesta di detenzione pendente all'Aja dal 2 ottobre scorso. Khan, avvocato britannico con padre pakistano e madre inglese, è procuratore capo della Corte penale internazionale dal 12 febbraio 2021. Nella sua precedente carriera ha difeso l'ex dittatore liberiano Charles Taylor, il presidente keniota William Ruto e il ribelle sudanese Bahe Idriss Abu Garda, tutti accusati di gravi crimini. Ma Khan è stato soprattutto l'avvocato di Saif al-Islam Gheddafi, il figlio del dittatore libico ucciso nel 2011. Gheddafi jr, all'epoca, era finito proprio nel mirino della Cpi. Catturato nel 2011 dalle milizie libiche che controllavano parte del Paese, era stato condannato alla pena di morte nel 2015 dalla stessa Corte penale, ma fu graziato l'anno dopo da un'amnistia. E il suo difensore era appunto Khan, poi arrivato al vertice della Procura internazionale. Di quel mandato di cattura per Gheddafi jr non se ne sa più nulla, perché il caso è stato «ibernato», ma in compenso il procuratore è stato il fautore della cattura di Almasri, il capo della polizia giudiziaria di Tripoli, appartenente a una fazione opposta al governo libico, che ha raggiunto posizioni di potere esattamente con la caduta del dittatore. Allo stato attuale, nonostante l'impegno di Khan a mettere sotto accusa capi di governo, sono veramente poche le persone condannate all'Aja in via definitiva, tantomeno quelle che hanno scontato la pena. Tra questi il presidente del Sudan, Omar al Bashir, accusato nel 2008 di genocidio e crimini contro l'umanità messi in atto durante la guerra in Darfur nel 2003. L'ex vice presidente del governo di transizione del Congo, Jean-Pierre Bemba, nel 2016 era stato ritenuto colpevole in primo grado di omicidio e stupro, commessi tra il 2002 e il 2003 nella Repubblica Centrafricana, ma nel 2018 è stato assolto. C'è stata poi l'incriminazione per Muammar Gheddafi, che non fu neppure processato, visto che venne ucciso dalle milizie ribelli del Consiglio nazionale di transizione. Per il recente conflitto Russia-Ucraina, la Corte penale internazionale ha spiccato un mandato d'arresto per crimini di guerra e deportazione di bambini contro lo zar russo Vladimir Putin, la commissaria per i diritti dei minori Maria Alekseyevna Lvova-Belova e altri membri del Cremlino. L'inchiesta sulla guerra di Gaza, il conflitto scaturito dal terribile massacro terroristico che Hamas ha compiuto il 7 ottobre 2023 contro Israele, è culminata nel mandato di cattura bipartisan. Ma sulle accuse di molestie sessuali avanzate contro il procuratore da una dipendente della Cpi c'è massimo riserbo. «Non c'è nulla di vero nelle insinuazioni di tale cattiva condotta», ha assicurato Khan.
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