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Ci mancherai Papa della fine del mondo. Forse non ti abbiamo capito del tutto
Oggi 22-04-25, 07:49
Ci mancherai Francesco. Mancherai a chi crede, perché hai spogliato la Chiesa di orpelli e mostrato che là sotto c'è un Vangelo che non piace sempre. Ma che è la strada che un cattolico deve con fatica percorrere per arrivare là dove oggi, all'improvviso, ci sei tu. Nelle mani del Signore, come ci hai detto e come preghiamo, spesso senza pensarci, spesso per abitudine e non per fede. Ma mancherai anche a chi quella fede non ce l'ha, o la mette in discussione, la comprime, la nasconde, come capita spesso di fare anche a me, che vengo da un'infanzia cattolica dove i dubbi hanno prevalso sulle verità. E devo dire, adesso che non ci sei, che quel tuo modo apparentemente sempliciotto, il nocchieruto bastone delle parole che uno non vorrebbe sentire, mi hanno fatto risorgere più di un dubbio sulla facilità con cui mi sono lasciato alle spalle tante omelie, tante messe, tante promesse. Quel «buonasera» con cui hai salutato il mondo, quell'abito bianco che ti distingueva dai tuoi predecessori, quella croce che ti sei portato dietro dal sacerdozio rifiutando l'oro e quel nome del Santo che si spogliò di tutto sembravano stridere con la complessità della teologia gesuita. Ma è forse proprio questo che ci mancherà più di tutto. Un Papa che semplice non è stato affatto e che adesso ci chiediamo se abbiamo ascoltato abbastanza. Un Papa capace di convivere per dieci anni con Papa Benedetto XVI. Il Papa della Grande Rinuncia, il sublime teologo, il tedesco docile ma dalla fama austera. Quell'immagine di due pontefici gemelli e opposti, almeno all'apparenza, che insieme riempivano la Chiesa delle sue due dimensioni più antiche: il sapere e l'agire. Adesso che non ci sei, il dubbio che resta è che cosa avrebbe detto Ratzinger di questa tua uscita di scena: drammatica ma anche un po' alla buona, come hai sempre fatto finta di essere.
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