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La sfida di Marco Mengoni: “Questo tour sono io. Uno spettacolo che è il nostro viaggio”
Oggi 28-06-25, 11:11
«È stato un anno molto intenso. Ci ho messo un po' per tirare fuori idee, ho dovuto chiarire delle cose, ho dovuto iniziare un percorso emotivo che non so, quando, se e dove finirà. Vi chiedo scusa di non essere uscito con altra musica per un bel po' di tempo, mi sono impegnato tantissimo per far sì che questo spettacolo fosse il nostro viaggio», ha spiegato Marco Mengoni che ha debuttato, a Napoli, con il suo tour «Marco negli Stadi 2025» che farà tappa il prossimo 2 luglio allo Stadio Olimpico a Roma. L'artista si affida al mito dell'antica Grecia. In questo luogo, lo studio dell'essere umano e delle vicende del mondo in cui si trova immerso era affidato al teatro. Sul palco, che ricorda Rockpolitik di Adriano Celentano, con monologhi critici sulla situazione mondiale attuale, veniva rappresentata una storia che affrontava i grandi temi dell'esistenza attraverso una riflessione sul dolore e sulla fragilità della vita umana, sul bene e sul male, fino alla catarsi finale. Da qui l'idea di un racconto. Uno spettacolo curato, coinvolgente e ricco di emozioni, dove la sua voce e la sua presenza scenica sono sempre protagonisti. Mengoni come dichiara nel suo show, ha tirato fuori la testa dall'acqua, da un'apnea crudele... «I mesi passano, ma è come se la morte di mia madre fosse successa sempre ieri. Questo tour sono io, la mia esperienza, la mia visione del mondo, ciò che ho imparato negli anni: la vita è un necessario processo di decostruzione per ricostruire e lo stesso avviene alla società. La musica è il mio modo di raccontare tutto ciò e rendermi consapevole, trovando la bellezza anche nella fragilità». E come ci è riuscito? «Dal punto di vista musicale è stata una sfida complessa quella di unire, per questo tour, il mio repertorio moderno con una forma d'arte diversa e secolare, inserendo i brani in una scaletta che diventa trama, dividerla in momenti per dare vita ad un flusso narrativo unico. Questo tour è audace per l'idea di base: bagnare il pop nell'opera del teatro». Durante il concerto sventola la bandiera della Palestina. «Viviamo in un mondo martoriato e sofferente, dominato dall'egoismo. Solo la condivisione e la solidarietà possono salvarci. Dobbiamo farci sentire e nel mio spettacolo lo "stop" a questa cosa orribile noi continuiamo a ripeterlo. Magari arriva». L'esigenza di raccontare il viaggio, fisico e spirituale, è costruito anche sui suoi look che sono stati criticati. «Mi vesto come mi pare, l'ho gridato anche durante il concerto. La vita è una sola. Se non sono me stesso adesso non lo potrò essere mai più. Magari poi se ce n'è un'altra la vivrò allo stesso modo. Io non riesco a capire questo modo di approcciare ad alcuni temi. Credo che ognuno debba avere una propria opinione e possa avere un giudizio diverso rispetto a tutto. Però io non riesco a capire proprio cosa c'è dietro. Cosa ti porta a dire questo, vorrei tanto capirlo. Poi ovviamente ognuno può rimanere della sua idea e opinione. Sono assolutamente aperto al confronto perché credo sia la cosa più importante per comprendere perché non siamo arrivati allo stesso giudizio». Qui sotto il video di "Due vite" cantata a Napoli: con questo brano Mengoni ha vinto il Festival di Sanremo 2023.
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