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Cittadinanza onoraria di Fabriano alla Albanese. “Politica da centro sociale”, FdI insorge
Ieri 06-10-25, 09:33
Fabriano torna al centro del dibattito politico, e non per le sue cartiere. La miccia si è accesa dopo la decisione della giunta comunale guidata dal sindaco Daniela Ghergo di conferire a Francesca Albanese, relatrice speciale dell'Onu sui territori palestinesi occupati, due riconoscimenti di peso: il Premio speciale della giuria “Gentile da Fabriano” e la cittadinanza onoraria della città. La cerimonia di consegna, avvenuta l'altro giorno, si è trasformata in un caso politico. Il circolo locale di Fratelli d'Italia ha annunciato una mozione per chiedere il ritiro immediato di entrambi i riconoscimenti, accusando la giunta di aver “trasformato un atto istituzionale in un gesto di militanza”. Per FdI, l'amministrazione comunale sarebbe ormai “appiattita su posizioni da centro sociale”, riducendo il Comune “a cassa di risonanza della peggior sinistra radicale”. Il partito non contesta solo la scelta in sé, ma soprattutto la figura di Albanese, ritenuta “divisiva” e “non neutrale”. Il punto più controverso riguarda una dichiarazione che la relatrice Onu avrebbe rilasciato in passato, affermando che “i terroristi di Hamas vanno capiti”. Parole che, secondo il centrodestra, superano il limite della critica politica e si spingono su un terreno “che lambisce l'antisemitismo”. “In un momento di tensione internazionale così delicato – spiegano i militanti di Fratelli d'Italia – servirebbero equilibrio e buon senso, non provocazioni ideologiche”. Il partito ricorda anche che in passato il Premio Gentile e la cittadinanza onoraria sono stati conferiti a personalità come don Luigi Ciotti, figure di alto profilo morale e sociale riconosciute da tutto l'arco politico. “Oggi invece – prosegue la nota – si è voluto premiare una voce radicale, controversa, che divide anziché unire”. La sindaca Ghergo, però, difende la scelta. Parla di un atto “simbolico” e di “forte valore morale”, con cui l'amministrazione intende “riaffermare la forza del diritto contro la logica della sopraffazione”. Durante la cerimonia, Albanese ha ringraziato la città, definendo Fabriano “un luogo di coscienza e cultura” e ribadendo che “le istituzioni devono essere strumento di protezione e garanzia per tutti i popoli”. Le parole della relatrice Onu, da tempo al centro di polemiche per le sue posizioni sul conflitto israelo-palestinese, hanno però diviso anche l'opinione pubblica locale. Sui social si alternano messaggi di sostegno e critiche aspre, mentre in Consiglio comunale si prepara il terreno per uno scontro politico destinato a durare. Secondo il consigliere d'opposizione Pino Pariano, la giunta “si occupa di simboli e ideologia mentre la città ha problemi ben più concreti: strade, tasse e infrastrutture”. Il caso Fabriano, in realtà, va oltre i confini della città. Pone una questione che riguarda tutti: quando un riconoscimento civico diventa un atto politico? Una cittadinanza onoraria dovrebbe rappresentare valori condivisi, ma quando il destinatario divide la comunità, il rischio è che il simbolo si trasformi in una bandiera di parte. Nel frattempo, Fratelli d'Italia prepara la mozione, la sindaca difende la sua scelta e Francesca Albanese continua a rivendicare la propria libertà di parola. Fabriano, intanto, si ritrova – suo malgrado – a essere piccolo teatro di una contesa che parla molto di più che di premi e onorificenze: parla del confine, sempre sottile, tra valore civile e militanza politica.
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