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Conclave, Polieri: "Divisioni e false aspettative. Questa l'eredità di Bergoglio"
Oggi 01-05-25, 08:06
Il 7 maggio si apre il Conclave per l'elezione del nuovo Papa in un clima di presunte fratture all'interno della Chiesa. «Dal momento che la maggior parte dei chierici, degli analisti, dei commentatori e dei fedeli, affini alle posizioni bergogliane, ha sempre ritenuto che Francesco I fosse un vero e proprio rivoluzionario, c'era da attendersi che, tanto con le sue dichiarazioni e con i suoi gesti quanto con le sue prese di posizione assunte nei documenti ufficiali, a firma sua o prodotti dai diversi Dicasteri cui lui dava approvazione, potesse produrre delle spaccature all'interno della Chiesa. Ma anche nella società civile i suoi messaggi, talvolta non sempre improntati a chiarezza espositiva, in ragione della loro flessione sulle sedi e sulle circostanze in cui venivano espressi e sui destinatari cui erano rivolti, hanno generato divisioni o false aspettative», spiega a Il Tempo Pietro Polieri, docente a contratto di Antropologia culturale presso l'Università di Bari e direttore scientifico dell'Osservatorio «Religione/i e Diritto. Geopolitica e Geopolitica delle Religioni» per la Rivista giuridica on line Ratio Iuris. Può fare qualche esempio di false aspettative create dai messaggi di Bergoglio? «Il caso delle comunità LGBTQI+ che, alla fine dei conti, invece che trovarsi di fronte, come sembrava essere stato loro promesso, alla completa "neo-cattolica "accoglienza di genere", hanno visto pubblicare da Francesco e dalle sue Congregazioni testi ufficiali dottrinali in cui la famiglia autentica è quella "tradizionale", l'amore vero è quello eterosessuale, l'aborto è un delitto, la maternità surrogata è puro mercimonio e il cambio di sesso è un atto contro natura. Insomma, Bergoglio probabilmente ha rivoluzionato il concetto stesso di rivoluzione oppure ha rivoluzionato aspettative rivoluzionarie su di lui o, ancora, ha abbracciato l'idea di rivoluzione senza averla in effetti praticata o avendola solamente abbozzata. Oppure, su certi temi bollenti ha solo aderito alla dottrina della Chiesa, emergente da un cristianesimo esso sì, nella sua natura e intenzionalità evangelica e nella sua interezza storica, rivoluzionario rispetto al secolo, al mondo, alla mentalità ordinaria». Qual è il peso dei cardinali italiani sul conclave? «Un peso che potrebbe rivelarsi doppio, in ragione del fatto che cardinali come, per esempio, Pietro Parolin, Matteo Maria Zuppi e Pierbattista Pizzaballa, tutti in odore di papato, non solo sono bergogliani convinti, in grado di consolidare pubblicamente e trans-geograficamente certe convinzioni "innovatrici" del Papa argentino su migranti, pan-ecologia e guerre russo-ucraina e israelo-palestinese, ma sono già collocati in posizioni funzionali e politiche strategicamente e mediaticamente rilevanti, al punto che i loro nomi sono stati generati "naturalmente" tanto all'interno quanto all'esterno del gruppo cardinalizio. Nulla toglie, però, che un non italiano, come Luis Antonio Gokim Tagle, di nomina ratzingeriana e di successivo sostegno a Bergoglio, possa non scontentare proprio gli italiani, facendosi da loro supportare, data la sua capacità di tenere in dialogo i blocchi progressista e conservatore, oltre che di strizzare l'occhio ai tradizionalisti». La parte conservatrice della chiesa Usa lancerà una Opa sul conclave? «Certamente non starà alla finestra a guardare che più che il successore di Pietro arrivi il successore di Bergoglio, come qualche porporato non allineato ha osato sostenere. Probabilmente i cardinali americani potrebbero tentare la strada della formazione di un'unità conservatrice trasversale, intercontinentale, che dagli USA del trumpiano Timothy Dolan e dell'ultra reazionario Raymond Burke possa passare per l'Europa di Gerhard Müller, il defenestrato da Francesco dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, per arrivare all'Africa del ratzingeriano Robert Sarah e dell'arcivescovo Fridolin Ambongo Besungu. Un'alternativa al blocco progressista e moderato che potrebbe realmente costituire una soluzione, per certi versi, inattesa per altri, auspicata in quanto compensatrice rispetto all'operato (pseudo-)modernista di Papa Francesco».
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