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Crollo Torre dei Conti, il verbale di febbraio sulla stabilità: "Gravi problematiche"
Ieri 05-11-25, 13:39
Cinque solai in più, corrispondenti ad altrettanti piani su cui sono stati costruiti degli appartamenti, poi adibiti a uffici comunali. Ecco cosa la medievale Tor de' Conti ha dovuto sopportare negli ultimi 19 anni da quando è stata chiusa, senza che, come si legge sul sito del Comune, da allora «non sia stata più utilizzata né manutenuta». Le condizioni interne della torre, parzialmente crollata lunedì sopra le teste di quattro operai, uno dei quali ha perso la vita, erano state definite «fatiscenti» nel 2022, quando il primo progetto di restauro in quasi vent'anni è stato finanziato dal Pnrr. Tre anni dopo, il 24 febbraio scorso, la commissione capitolina Pnrr si è riunita per fare il punto sull'intervento da quasi sette milioni di euro che avrebbe dovuto portare, entro giugno 2026, alla riapertura dell'edificio storico completamente restaurato. È nel verbale di quella seduta che si trovano dettagli su ciò che è stato aggiunto nei secoli dentro Tor de' Conti e che però si prevedeva di demolire, perché pesava troppo sulla struttura. L'architetto responsabile del progetto ha ricordato infatti che l'edificio, svuotato nel 2006, è stato «dichiarato inagibile a causa di gravi problematiche strutturali, dovute sia al peso dei solai che al carico aggiuntivo imposto alle strutture medievali». A quanto pare solo i primi due piani di Tor de' Conti sono originali mentre gli altri sono stati inseriti nell'Ottocento. «L'idea è quella di demolire i cinque solai esistenti - si legge nel verbale della commissione- che rappresentano un notevole carico strutturale, per sostituirli con tre livelli intermedi più leggeri». Si voleva abbattere anche la scala esistente «sostituendola con una in acciaio», mentre si pensava di aggiungere un altro ascensore. Certo, dopo aver assistito al collasso della torre certe ipotesi possono sembrare ambiziose, ma la Sovrintendenza capitolina, responsabile del progetto, due giorni fa ha assicurato che l'intervento in corso prima della tragedia era stato preceduto da verifiche strutturali che «avevano attestato le condizioni di sicurezza necessarie per procedere agli interventi sui solai». Probabilmente proprio quelli di cui si è parlato in Campidoglio a febbraio. Ieri la Sovrintendenza ha aggiunto che «in merito ai lavori di restauro della Torre dei Conti non vi è stato alcun ricorso al criterio del massimo ribasso, né la Sovrintendenza capitolina ha mai autorizzato o consentito forme di appalto a cascata». Sei gli affidamenti diretti aggiudicati per i «servizi tecnici» mentre la progettazione esecutiva è stata «affidata a tre diversi operatori, scelti in base alla loro specifica competenza». L'appalto lavori infine ha seguito una «procedura di gara aperta, gestita dalla Società Giubileo 2025 in qualità di stazione appaltante». A vincere sono state Edilerica Appalti e Costruzioni srl e Picalarga srl, specializzate nel restauro di edifici storici. Anche i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, che nel 2023 hanno firmato con il Comune e la Prefettura un protocollo di sicurezza sui cantieri giubilari, le conoscono come «aziende serie» ed esperte nel settore, tanto che nessuno si azzarda a ipotizzare da cosa possa essere stato causato il crollo. Intanto ieri durante le celebrazioni del 4 novembre, festa delle Forze armate, le Frecce tricolori non hanno solcato il cielo sopra via dei Fori Imperiali. Una precauzione volta a «evitare anche la minima interferenza a quanti sono e saranno impegnati nelle attività di messa in sicurezza nell'area», ha fatto sapere il ministero della Difesa. Di certo le vibrazioni non avrebbero fatto bene alla torre, che continua a sgretolarsi.
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