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Da avviso a Berlusconi a referendum. FI: "Basta giustizia negata"
Oggi 21-11-25, 22:03
Dall'invito a comparire' a Silvio Berlusconi del 21 novembre 1994 al referendum sulla separazione delle carriere. Per Forza Italia, quella di oggi, e' la "Giornata della giustizia negata". "Un episodio clamoroso, l'avviso di garanzia a Berlusconi, che e' il pretesto per parlare della nostra riforma e della giustizia", dice il senatore 'azzurro' Pierantonio Zanettin, durante una conferenza stampa alla Camera. E, cosi', l'episodio giudiziario che coinvolse l'allora presidente del Consiglio durante il G7 di Napoli, diventa il filo - ancora 'visibile' per i forzisti - per parlare di "malagiustizia" e dell'appuntamento referendario della prossima primavera, quando a fronteggiarsi saranno il Si' e il No alla riforma voluta dalla maggioranza di centrodestra. "Questa giornata ricorda l'anniversario dell'arrivo dell'avviso di garanzia al G7 di Napoli, che ha dato un segnale non positivo per il nostro Paese in un momento delicato, con i grandi del Mondo in Italia per il summit internazionale", esordisce il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli. Tra la separazione delle carriere e la ricorrenza di un trentennio fa, la "giornata della giustizia negata" e' l'occasione, per il partito fondato da Berlusconi, di una serie di iniziative. "Forza Italia Roma organizzera' un gazebo in Galleria Alberto Sordi, noi invece saremo a Napoli con Antonio Tajani, dove avvenne l'episodio", dice il presidente dei senatori FI, Maurizio Gasparri, che poi racconta: "Io ero a Napoli quel giorno, da sottosegretario all'Interno, poi la cronaca ci racconta che il giorno dopo il Corriere della Sera pubblico' l'avviso di garanzia e gia' la sera, quando noi eravamo al 'Teatro San Carlo' dopo una giornata di incontri, cercavano Berlusconi per comunicarglielo". "La malagiustizia che ha colpito Berlusconi e' stata grave - insiste Gasparri - perche' ha condizionato la vita democratica del Paese, ma i casi di malagiustizia sono innumerevoli". Da qui la scelta, annunciata da Zanettin, di designare come "frontman" dei comitati del Si' organizzati dal partito, "delle persone che hanno subi'to errori giudiziari, che sono usciti puliti ma hanno subito dei danni". Gli errori giudiziari e l'anniversario del G7 di Napoli sono il "gancio" per rivendicare quelle che per FI sono le buone ragioni alla base della riforma della giustizia. "Non e' una riforma contro qualcuno, ma a favore dei cittadini: per garantire una giustizia giusta, con un giudice veramente libero e terzo in una posizione di equidistanza tra pubblica accusa e difesa. Apprezziamo che sia stata accolta positivamente da diverse personalita' del mondo della cultura del giornalismo, da illustri personalita' politiche certamente non della nostra parte politica e da autorevoli esponenti della magistratura", spiega Barelli. E Gasparri 'punge': "Il referendum non risolve tutti i mali della giustizia, tuttavia e' importante soprattutto il sorteggio del Csm, ponendo cosi' fine alle correnti, anche Gratteri e' per il sorteggio, Io penso votera' si' alla fine...". Il capogruppo FI a Palazzo Madama, poi, ribadisce: "Portiamo avanti una riforma necessaria, che e' di tutti". Il deputato Enrico Costa fornisce delle cifre: "Quando si parla di giustizia negata e' un concetto molto generico che va declinato. Non si puo' limitare il tema giustizia negata ai casi di ingiusta detenzione. Pensiamo poi a tutte le persone che sono state oggetto di ingiusta detenzione e non hanno presentato domanda. Il calcolo che abbiamo fatto e' di circa 100mila persone dal 1992 che hanno perso la liberta' e poi sono state assolte". E ancora Costa: "Il 94% di richieste di intercettazioni e' accolto dai giudici, il 95% di richieste di indagini e' accolto dai giudici. E' evidente che il giudice ha una sorta di soggezione nei confronti del Pm". "Noi dobbiamo trasferire al cittadino - rileva il deputato FI - l'idea che la posizione del Pm puo' essere capovolta durante il processo". A proposito di 'frontman' "vittime di malagiustizia", Zanettin introduce l'ex parlamentare Marco Siclari. "Marco Siclari e' stato senatore di Forza Italia e si e' trovato coinvolto in Calabria in una di quelle inchieste scoop in cui si va alla ricerca di persone famose. Marco, certo della propria innocenza, ha scelto il rito abbreviato. Il Gip, troppo vicino al Pm, ha condannato Marco a cinque anni. Il giudice che invece ha processato gli altri soggetti coinvolti nella stessa inchiesta, li ha assolti tutti. Poi in appello e' stato assolto anche Marco, ma intanto non e' stato rieletto in Parlamento", racconta Zanettin. Infine tocca allo stesso Siclari, che ammette di raccontare "per la prima volta" la vicenda che lo ha coinvolto, si commuove fino a interrompere la sua testimonianza. "Ho gli occhiali scuri che nascondono l'emozione. E' come vedere una citta' distrutta, rasa al suolo dopo anni di impegno", dice. "Dopo il rito abbreviato la mia pena viene addirittura aumentata, in quel momento non ho piu' creduto nella giustizia, la mia protesta e' stata non presentarmi piu' in un'Aula di Tribunale", racconta. Quindi la conclusione: "Ho dedicato l'assoluzione a mio padre, a mio figlio e al presidente Berlusconi".
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