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Dazi: diplomazia al lavoro per scongiurare tariffe al 107% su pasta italiana negli Usa
Ieri 05-10-25, 21:05
Cresce l'allarme per uno dei simboli della cucina italiana: la pasta, amatissima anche Oltreoceano, rischia di costare molto, molto di più dall'anno prossimo negli Stati Uniti. Un pericolo causato da un'inchiesta del Dipartimento del Commercio a stelle e strisce che, sulla base delle denunce di alcuni produttori locali, ha accusato La Molisana e Garofalo di praticare un dumping sui prezzi che rischia di far aumentare il costo del 107%. Ma la vicenda da tavola e scaffali già passata sulle scrivanie della nostra diplomazia. "La qualità della pasta italiana non è dumping. Abbiamo contestato con l'Ambasciata a Washington e insieme ai pastai italiani le scelte del Dipartimento del Commercio che penalizzano il prodotto italiano. Alla Farnesina la task force dazi sta già lavorando per coordinare il negoziato con le autorità americane", assicura su X il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. "Continuerò a contrastare l'italian sounding per bloccare i finti prodotti italiani. Difendiamo il Made in Italy: l'industria italiana agisce in maniera corretta, trasparente e leale", aggiunge. Al lavoro c'è l'ambasciata italiana a Washington che si sta muovendo per ottenere una sensibile riduzione del possibile dazio al 107%: l'imposizione di tariffe così elevate, viene fatto notare, rischierebbe di limitare l'accesso al mercato statunitense per le aziende italiane interessate. E non è un problema da poco: secondo i dati del Dipartimento del Commercio l'export di pasta italiana negli Usa nel 2024 si aggira intorno ai 500 milioni di dollari. Il Dipartimento del Commercio ha avviato già nel 1995 indagini antidumping e anti sussidio sulle importazioni di alcuni tipi di pasta provenienti dall'Italia. Entrambe le indagini si sono concluse con l'imposizione di dazi compensativi sulle esportazioni dall'Italia nel 1996, che sono tuttora in vigore e vengono rivisti di anno in anno. Per quanto riguarda i dazi antidumping, è attualmente in corso la revisione amministrativa per il periodo 1/07/2023-30/06/2024, che a conclusione della fase preliminare il 4 settembre scorso ha visto un'impennata del margine di dumping medio dal 12,09% al 91,74%. Il Dipartimento del Commercio ha infatti stabilito nelle decisioni preliminari - in base alla regola "adverse facts available" - che le aziende italiane selezionate quali "mandatory respondents" La Molisana e Garofalo avrebbero praticato un margine di dumping medio pari al 91,74%. Ove confermato, tale margine, in base alla normativa di riferimento, verrebbe applicato anche alle altre 11 aziende italiane che hanno chiesto di partecipare alla revisione amministrativa annuale. In questa fase le aziende interessate stanno ultimando la trasmissione delle rispettive memorie scritte al Dipartimento del Commercio. Anche le altre 11 aziende italiane interessate (tra cui Barilla e Rummo) hanno deciso di intervenire con memorie ad hoc. A tali interventi si aggiunge quello del Governo Italiano a sostegno delle aziende nazionali. Oltre alla trasmissione di una memoria formale, sono in corso passi a livello diplomatico con le autorità statunitensi Il Dipartimento del Commercio renderà noti gli esiti finali dell'indagine insieme alla decisione che conferma o riformula i dazi antidumping da applicare entro la fine dell'anno, come specificato nella Nota del 4 settembre (termine di 120 giorni dalla pubblicazione degli esiti preliminari).
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