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"Dimissioni inevitabili": il vertice con Furfaro che ha portato Bugetti al passo indietro
Oggi 21-06-25, 09:36
Un terremoto politico-giudiziario sta facendo tremare la città di Prato. Dopo otto giorni di resistenza, la sindaca Ilaria Bugetti ha gettato la spugna. Colpita da un avviso di garanzia della procura di Firenze per corruzione in concorso con l'imprenditore Riccardo Matteini Bresci, la prima cittadina del Partito Democratico ha rassegnato le dimissioni nel tardo pomeriggio di ieri, aprendo la strada a un commissariamento prefettizio e a probabili elezioni anticipate nella primavera del 2026. Si tratta di un fatto senza precedenti nei quasi 80 anni di storia repubblicana della città. Mai un sindaco pratese era stato costretto a lasciare la guida del Comune in circostanze tanto gravi e fragorose. A convincere Bugetti a dimettersi non è stata solo la pressione politica e giudiziaria, ma soprattutto la valutazione, giunta dagli alti vertici del suo partito, che la permanenza in carica avrebbe potuto aggravare la sua posizione processuale. Per lunedì prossimo, 23 giugno, davanti al gip del Tribunale di Firenze è previsto l'interrogatorio di garanzia di Matteini Bresci e Bugetti: per il primo è stato chiesto il carcere, per la seconda gli arresti domiciliari. La decisione delle dimissioni, stando a quanto filtra da bene informati, sarebbe maturata nella giornata di venerdì a seguito di un vertice blindato a Prato tra Bugetti, il deputato Marco Furfaro, il segretario regionale del Pd Emiliano Fossi e il segretario provinciale del Pd Marco Biagioni. In un primo momento, il gruppo avrebbe valutato l'ipotesi di un'autosospensione, ma sarebbe poi stata accantonata bruscamente dopo la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati del vicesindaco Simone Faggi, accusato di aver fornito false informazioni al pubblico ministero. A quel punto, senza una guida amministrativa alternativa, le dimissioni della sindaca sono apparse inevitabili. "La decisione è motivata dal rispetto istituzionale verso il Comune e verso la magistratura", ha dichiarato Bugetti in una nota, ribadendo di voler affrontare le imminenti fasi giudiziarie con "la dovuta serenità" e nella convinzione di poter dimostrare la propria totale estraneità ai fatti contestati. L'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, condotta dai pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, ha intanto svelato una rete di rapporti opachi tra la politica cittadina e il mondo dell'imprenditoria, in particolare con l'imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci, storico nome dell'industria locale e figura di rilievo della massoneria toscana. Secondo l'accusa, Bugetti sarebbe stata "completamente asservita" agli interessi del patron del Gruppo Colle di Matteini Bresci, per il quale avrebbe operato anche durante il suo mandato da consigliera regionale, fino a quando nel 2024 non è stata eletta sindaca anche grazie - sostiene la procura fiorentina - all'intervento decisivo dello stesso Matteini Bresci. "È il mio attrezzo da una vita", diceva l'imprenditore indagato nelle intercettazioni, riferendosi a Bugetti come a una propria "creatura".
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