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DiSCo Lazio, l'intervista a Simone Foglio: "Spazio nel mondo ai nostri studenti meritevoli"
Oggi 03-10-25, 16:06
«Abbiamo messo al centro la persona, garantendo opportunità e strumenti per affrontare le sfide del presente e guardare al futuro con fiducia». Simone Foglio parla del suo primo anno alla presidenza di DiSCo Lazio, l'ente regionale del diritto allo studio. E afferma: «Di solito si pensa a noi come l'ente che si occupa di vitto e alloggio per gli studenti. Invece stiamo costruendo una visione più larga». Oggi il diritto allo studio impatta su una società sempre più complessa... «Sì, e noi stiamo provando ad affrontare il cambiamento con iniziative concrete. Penso agli sportelli di counseling psicologico aperti nelle università statali. I numeri di accesso confermano che ce n'era bisogno. O ancora penso alla sensibilità verso temi che riguardano le donne. Alla sede di DiSCo Lazio abbiamo installato una panchina rossa contro le violenze. Contestualmente abbiamo messo a disposizione borse di studio per materie Stem destinate alle studentesse per 100mila euro. A Roma Tre abbiamo collocato una panchina lilla per sensibilizzare ai disturbi alimentari. Questo a testimonianza che intendiamo il mondo studentesco come una comunità fatta di persone». Roma e il Lazio sono da sempre attrattive per gli studenti stranieri. Cosa fa DiSCo per andare incontro alle loro esigenze? «Portiamo avanti progetti specifici con molti atenei per accogliere studenti internazionali. Pensiamo agli studentati, alle mense. Poi stiamo lavorando su un progetto articolato per sviluppare la loro assistenza sanitaria in sinergia con la Regione, un progetto pilota». DisCo ha un ruolo anche per l'inclusione al lavoro dei giovani laureati? «Abbiamo svolto un lavoro minuzioso con la Giunta regionale per rifinanziare il progetto "Porta futuro", per facilitare l'incontro tra neolaureati e mondo del lavoro con dei "jobs day". La Regione ha anche rifinanziato il vecchio progetto "Torno subito", oggi chiamato "Milestone", dove eccellenze laziali possono andare per sei mesi o all'Estero o in un'università fuori Regione, e poi condivideranno le loro esperienze».
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Corriere dello Sport
