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Don Patriciello è preoccupato. Ma Piantedosi chiarisce: "Segnale di una criminalità indebolita"
Oggi 29-09-25, 20:55
«Ora si, sono preoccupato», sono queste le parole di don Maurizio Patriciello rilasciate all'Ansa il giorno dopo la minaccia. Era domenica quando, nella parrocchia di Caivano, il 75enne Vittorio De Luca gli ha consegnato un plico contenente un proiettile inesploso durante la messa. «Vittorio è una persona cui voglio bene, non ha mai dato problemi, ma è il suocero di Mimmo Ciccarelli, colui che con i suoi fratelli ha messo in piedi il clan Ciccarelli Sautto», ha proseguito Patriciello. Il parroco anticamorra svela poi che il 75enne era andato in chiesa il giorno prima: «Viene da me e mi dice una cosa strana del tipo "tanto a me nessuno mi fa niente perché mi hanno riconosciuto incapace di intendere". Sul momento non ho dato particolare peso a quelle parole. Ora si». A intervenire è anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che lo definisce come un «chiaro segnale che la criminalità locale sente di aver perso terreno per il morso dello Stato. Questo rigurgito di violenza in piano stile camorrista va letto proprio come la reazione disperata, rozza e scomposta di un potere malavitoso che sente la crescente pressione dello Stato. Non solo gli affiliati alla criminalità ma anche quanti, a un livello più basso, vivono nella delinquenza spicciola hanno compreso che qualcosa è cambiato». Ed è stato lo stesso titolare del Viminale a confermare che «l'ho sentito giustamente preoccupato ma tutt'altro che impaurito. Ha sposato una missione che va anche oltre quella pastorale ed è molto determinato ad andare avanti. In tanti gli hanno offerto solidarietà, primi tra tutti il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Io stesso ho anticipato che sarò nuovamente a breve a Caivano per proseguire sulla strada che abbiamo intrapreso, per dimostrare a chiunque ne avesse bisogno che don Patriciello non è solo, ha la vicinanza e la solidarietà dello Stato e di tutte le persone perbene». Ma ha anche voluto sottolineare come «gli interventi posti in essere a Caivano sono diventati un modello che ha ispirato iniziative normative e prossime azioni del Governo in contesti analoghi. Ovviamente, non bastano due anni di duro lavoro, pur così ampio, per sconfiggere definitivamente i fenomeni criminali che per troppo tempo ha dato quel territorio». Ma è proprio grazie alla sicurezza che gli è stata garantita che, comunque, si sente più sereno e grazie «al Comitato ordine e sicurezza che si è riunito con il prefetto che è sempre cosi' attento a quello che succede. Speriamo solamente di arrivare a qualche punto fermo di tutta questa situazione, che è una situazione che si trascina da anni al Parco Verde. La persona che ieri ha consegnato il proiettile è una persona borderline, insomma una persona problematica, però purtroppo è il suocero anche di uno dei capi clan del Parco Verde quindi questa cosa magari desta qualche preoccupazione». Le misure di sicurezza sono state intensificate sia per don Patriciello, con la scorta rafforzata, che per la parrocchia San Paolo Apostolo di Caivano. Perché, come ha sottolineato prefetto di Napoli Michele di Bari «la solidarietà è certamente importante, ma noi abbiamo bisogno di segnali ben precisi da parte di tutti e lo Stato questi segnali li sta già dando in maniera copiosa. Abbiamo stabilito una serie di attività alcune delle quali iniziate già un minuto dopo questo fatto increscioso. Abbiamo ulteriormente intensificato le misure di sicurezza, sia sul territorio e in particolare al Parco Verde, ma anche nei confronti di don Maurizio Patriciello. Credo lo dobbiamo ad una persona che sta dando molto e lo Stato non si sta tirando indietro».
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