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"Dritti verso la fine del mondo". Il terrore di Feltri per il Medio Oriente e la guerra nucleare
Ieri 15-06-25, 21:35
C'è il rischio di un allargamento del conflitto in Medio Oriente? E' questa la domanda che viene posta a Vittorio Feltri, direttore editoriale de Il Giornale, nel corso dell'intervista rilasciata a 4 di Sera, il talk show di Rete. “Se andiamo avanti così, filiamo dritti verso un conflitto mondiale e soprattutto un conflitto atomico ed è una cosa che naturalmente mi terrorizza”, dice il giornalista, che poi si esprime sul ruolo da piacere di Donald Trump nel conflitto tra Iran e Israele: “Me lo auguro e penso che sia in grado di farlo, certo è che non è una certezza e quindi non vivo tranquillo, come credo la maggior parte degli italiani”. “Quale potrebbe essere l'obiettivo di Israele? Azzerare l'atomica oppure un nuovo regime in Iran?”, viene chiesto a Feltri, che dà la sua visione: “Diciamo che entrambe le cose fanno paura ad Israele, soprattutto Israele teme di essere aggredita dal punto di vista atomico e allora previene. In Iran il futuro mi sembra molto nebuloso, perché non sappiamo come reagiranno e temo che la loro reazione sia violenta e quindi atomica, perché l'Iran dispone di armamenti nucleari e se questo succedesse sarebbe veramente la fine del mondo. Siamo sempre nelle mani di un popolo che sappiamo come la pensa, anche dal punto di vista religioso che diventa un punto di vista politico, anzi si trasforma in un punto di vista politico e questo ci deve molto preoccupare”. Si passa quindi alle questioni di politica italiana, con la sinistra che critica il governo italiano per il fatto di non prendere una posizione netta e di attendere le mosse di Trump: “Penso che abbia ragione l'Italia a soprassedere, cosa dovremmo fare? Sganciare delle bombe atomiche che non abbiamo, fare dei combattimenti che non possiamo sostenere, quindi è giusto che l'Italia sia ferma in attesa degli sviluppi e magari cerchi anche di evitare che la questione sia grave”. “Terrore dell'atomica? Penso che l'argomento principale sarà quello, magari non espresso ma comunque temuto. Poi c'è sempre la speranza che non si arrivi fino a quel punto, però – chiosa Feltri - temo che stavolta ci siamo”.
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