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Elly ProPal è nei guai e rischia. Stretta tra Giuseppi e la fronda del Pd
Oggi 30-09-25, 10:33
Il ritorno alla realtà, in pratica buonanotte ai sognatori. Il "risveglio" di Elly Schlein, per dire, è stato molto traumatico, che batosta nelle Marche. Non c'è nessun testa a testa, altro che Ohio, la distanza tra il Governatore Francesco Acquaroli e l'eurodeputato Matteo Ricci resta abissale, oltre il 7%. Sfuma anche il premio di consolazione: Fratelli d'Italia supera di qualche punto il Pd nel voto di lista. Ovvero disastro totale, per di più nella Regione considerata più "scalabile", quella che ha alimentato le speranze del Nazareno: «Siamo ad un passo da Giorgia Meloni». Fallisce anche l'ultimo tentativo di Matteo Ricci: «Si vota per le Marche e per Gaza». Un aggancio improbabile che non ha portato un voto in più al candidato di sinistra. E ora che succede? La segretaria reagisce come al solito: alza le spalle. «Ci abbiamo messo tanto impegno ma stavolta non è bastato», dice la Schlein. Poi prosegue imperterrita: «Ci aspettano altre 5 Regioni, andiamo avanti con la coalizione progressista continua con grande determinazione». In realtà con il primo test regionale fallito, si rimette tutto in discussione: dalla linea «testardamente unitaria» della segretaria, alla formula utilizzata. Quella del campo largo, con Giuseppe Conte sempre e dovunque. Fiato a disposizione della minoranza, che aveva accettato l'ennesimo rinvio del confronto interno, proprio per aspettare l'esito della partita ad Ancona. I riformisti sono pronti a dare battaglia, forti dei presagi dei padri nobili (Romano Prodi per primo): «Con Elly andiamo a sbattere». Il calendario promette mesi molto agitati intorno al Pd: senza l'aggancio marchigiano, il risultato più prevedibile nelle restanti Regioni che andranno al voto (la Calabria domenica, a seguire la Toscana, poi il tris del 23-24 novembre, Veneto, Campania e Puglia) è quello di un 3-3. Un pareggio che rischierebbe di essere festeggiato da Palazzo Chigi e che castigherebbe un'altra volta i desideri del campo largo. Allora spazio alle congiure, da sempre piatto forte nelle cucine dem. Un varco che interessa da vicino il leader del M5S, che proverà a sfruttare il capitombolo della collega. L'avvocato di Volturara Appula farà pesare l'inchiesta di Pesaro che colpì il candidato, e le sue personali titubanze. Come dire il Pd ha scelto il cavallo sbagliato, la responsabilità è di Elly. L'analisi della sconfitta in casa dem stavolta tocca al capogruppo in Senato, Francesco Boccia. Il presidente dei senatori Pd si materializza su Sky e nel giro di poche ore, ribalta la narrazione: «È una cosa che riguarda le Marche non il resto del paese». Poi nella sede del suo comitato, parla lo sconfitto, Matteo Ricci che si scarica: «Mi chiedevano di ritirarmi per l'avviso di garanzia». Difficile non pensare che il supplemento di indagine allestito da via di Campo Marzio abbia prodotto delle frizioni e alla fine allentato la corsa del candidato. Sconsolante l'ultima battuta dell'eurodeputato: «Di più non potevano fare», si riferisce ai leader nazionali. Le cronache raccontano un'altra realtà: Elly Schlein e Giuseppe Conte non sono mai saliti insieme sullo stesso palco. A riprova che tra i due c'è ancora molto che non funziona. A spargere sale sulla ferita, una scheda di You trend: dal 2019 ad oggi è la decima sconfitta dell'alleanza Pd-pentastellati, con solo tre vittorie (Sardegna, Umbria, Emilia Romagna). «Il campo largo ha fatto tanti passi avanti, vedremo alla fine del ciclo elettorale», allarga le braccia Igor Taruffi, il factotum della segretaria che ha preparato le nozze con il M5S. I riflettori intanto si spostano: dai seggi delle Marche al banco degli imputati in cui salirà Elly Schlein, l'incauta del Nazareno che perde tutte le scommesse.
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