s

Elly prova a rilanciarsi e frena su Hamas: “Non sono gli interlocutori”. Ma tace sui fiancheggiatori italiani del regime
Oggi 14-08-25, 10:29
La segretaria del Pd, Elly Schlein, prova a rilanciarsi e a riprendere in mano le redini della forza politica di cui è alla guida. E lo fa partendo da Gaza e dalla discussione sorta intorno all'immediato riconoscimento dello Stato di Palestina. In una lunga intervista concessa all'Adnkronos, la numero uno dei Dem frena su Hamas e bolla come "evidente" il fatto che l'organizzazione politica e militare palestinese islamista non possa essere una valida controparte per un cessate il fuoco e una ridefinizione dei territori. "C'è un'Autorità nazionale palestinese che va rafforzata ed è un interlocutore", scandisce. Il terrorismo, di cui il massacro del 7 ottobre è prova, "non si giustifica mai", aggiunge. Non una parola, però, su quei fiancheggiatori del regime in Italia di cui Il Tempo sta scrivendo ormai da settimane. Il silenzio su Paolo Gentiloni, Nicola Zingaretti, Roberto Fico, Marco Furfaro e Laura Boldrini, sui volti di quella sinistra vicina ad Hamas, è assordante. Elly continua a battere sul tasto di Gaza: "Lo dicono anche le note congiunte dei ministri degli Esteri europei, compreso il nostro. Bisogna fermare i crimini del governo di estrema destra di Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania: cessate il fuoco immediato, accesso degli aiuti umanitari, liberazione di tutti gli ostaggi israeliani, che Netanyahu ha trascurato per calcolo politico. Sosteniamo le voci di dissenso in Israele, le mobilitazioni di questi giorni contro il proposito criminale di occupare Gaza, fino allo sciopero generale lanciato dai familiari degli ostaggi". Il suggerimento della segretaria dem è di "esercitare pressione con tutti gli strumenti" su Tel Aviv. Sanzioni e sospensione degli accordi Ue-Israele comprese. Come da copione, non manca un attacco alla premier Meloni: "È grave che dica che è 'prematuro'", sentenzia in merito al no della premier al riconoscimento dello Stato di Palestina. Se Hamas ha detto che la strage perpetrata il 7 ottobre è stata necessaria, Schlein fa un passo indietro e chiarisce la sua posizione: "Abbiamo condannato nettamente gli attentati di Hamas. Quanto avvenuto dopo non è autodifesa dai terroristi, ma punizione collettiva di un intero popolo, inaccettabile. Chiediamo il riconoscimento della Palestina perché è giusto e perché serve la prospettiva di due popoli e due Stati, che il governo israeliano e Hamas negano. Gli interlocutori in Palestina ci sono e non sono Hamas: il segnale va dato subito". I suoi, però, non sembrano sempre dello stesso avviso, dato che sono stati pizzicati in compagnia di personaggi che tessono costantemente rapporti con elementi "amici" del regime.
CONTINUA A LEGGERE
5
0
0
Guarda anche
Il Tempo
12:31
Ecobonus per tapparelle e persiane, istruzioni per l'uso
Il Tempo
11:29