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Ennesimo disastro della sanità pugliese: risonanza nel 2027 per l'operaio dell'ex Ilva
30-03-2025, 11:53
Piero Vernile, operaio di 46 anni, ha passato gran parte della sua vita lavorando nell'ex Ilva di Taranto, uno dei più grandi impianti siderurgici d'Europa. E il suo caso è solo l'ultimo che dimostra il colabrodo della sanità della Puglia. Dopo aver scoperto nel 2017 dei linfonodi al braccio destro e due focolai tumorali benigni al polmone, ha dovuto sottoporsi a controlli periodici, tra cui una risonanza magnetica. Ma ottenere l'esame in tempi rapidi si è rivelato complicato: recentemente, gli è stato comunicato che l'appuntamento per la risonanza magnetica sarebbe stato fissato per il 27 marzo 2027, ovvero tra due anni. "Già sono stato costretto a sospendere Tac e Pet grazie all'emergenza Covid. Adesso, sentirmi dire che solo tra due anni potrò fare una risonanza magnetica mi ha fatto incazzare e provare schifo per questa Regione, questa nazione, questo sistema sanitario", ha dichiarato Vernile al Corriere della Sera, con una evidente frustrazione. La denuncia di Vernile, diffusa sui social e ripresa da testate locali, ha suscitato numerose reazioni tra i cittadini, molti dei quali si sono trovati a fronteggiare la stessa realtà di lunghe attese per esami e visite mediche. L'insoddisfazione è principalmente rivolta alla gestione della sanità pubblica in Puglia, che da anni presenta criticità, tra cui le lunghe liste d'attesa e la difficoltà di accesso a esami diagnostici essenziali. Due giorni dopo aver espresso il suo disappunto, Vernile riceve una chiamata dal Centro Unico di Prenotazione (Cup) dell'Asl di Taranto, che gli offre un appuntamento anticipato per il 9 aprile in una clinica privata. "Proprio un'oretta fa si è aperta la possibilità di fare la risonanza in una clinica di Taranto il prossimo 9 aprile. Guardi, in via eccezionale, le fisso già l'appuntamento", gli ha detto l'operatrice, che ha anche suggerito di procedere privatamente, assicurando che il rimborso sarebbe stato valutato caso per caso. Vernile ha però rifiutato questa offerta, esprimendo il suo disappunto per un sistema che sembra privilegiare chi ha visibilità mediatica rispetto agli altri cittadini. "Fate schifo. Ho anche una madre ultrasettantenne malata di cancro, che vive da sola e ogni due mesi necessita di farmaci che non può andare a prendere in farmacia perché non ce la fa a raggiungerla, e la farmacia della Asl non è in grado di organizzare una consegna delle medicine a domicilio, una volta ogni due mesi!" ha tuonato, sottolineando l'insufficienza dei servizi, non solo per quanto riguarda gli esami medici, ma anche per l'assistenza ai più vulnerabili. Il suo racconto si inserisce in un contesto più ampio, che mette in evidenza le difficoltà della sanità pubblica in Puglia. A Taranto, un territorio segnato da inquinamento industriale e da un sistema sanitario in crisi, la gestione delle risorse sembra non riuscire a rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini.
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