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Esami sul braccialetto di una bimba, indagini sugli ospedali
Ieri 12-06-25, 08:19
Il duplice omicidio di Villa Pamphili è ancora avvolto nel mistero: le due vittime, madre e figlia, infatti, non hanno ancora un nome e un cognome. Per risolvere il giallo, tra l'altro, gli inquirenti stanno vagliando tutte le denunce di scomparsa presentate anche in qualche Stato estero. Non solo. Al centro dell'inchiesta sulla morte di una bimba di circa sei mesi e della mamma trentenne, pure i ricoveri avvenuti in tutti gli ospedali d'Italia. Intanto, dai primi esami sul cadavere della madre, non sono emersi assunzioni di sostanze stupefacenti, come eroina o cocaina. Il corpo della donna, disteso sull'erba e coperto da una busta di plastica, è stato rinvenuto a circa 200 metri dal cadavere della figlia di pochi mesi. Le analisi proseguiranno nei prossimi giorni con verifiche mirate all'individuazione di droghe sintetiche o di eventuali tracce di sostanze stupefacenti non comuni, che ancora non sono inserite nelle tabelle ministeriali delle cosiddette sostanze proibite. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Antonio Verdi. La mamma non risulta presente, con le impronte digitali, nella banca dati Afis delle forze di polizia italiane. Proprio per questo motivo, la Polizia si è rivolta all'Interpol, a cui ha inviato le impronte digitali, il Dna e le immagini dei quattro tatuaggi. Secondo chi indaga, madre e figlia potrebbero essere arrivate da poco in Italia, forse per turismo, e che dimorassero temporaneamente in un hotel o in un affittacamere abusivo della zona, dove potrebbero aver lasciato i documenti e non erano state inserite nel sistema schedine alloggiati web della Questura. Un altro elemento da non sottovalutare sono le unghie dei piedi dell'adulta, curate e laccate con lo smalto messo da poco tempo, come le gambe e le ginocchia molto curate, tanto da far tramontare, quasi del tutto, l'ipotesi che si tratti di sbandati o senza fissa dimora. Nel frattempo, gli investigatori puntano ora sull'analisi di alcuni oggetti ritrovati nel parco, che potrebbero fornire elementi utili per ricostruire gli ultimi momenti di vita della donna e della bambina. Tra questi, un braccialetto, una tutina rosa (simile a quella descritta da alcuni testimoni) ritrovata in un secchio dei rifiuti e altri oggetti personali raccolti nei pressi dei corpi. Secondo le prime ricostruzioni medico-legali, la causa della morte della bambina sarebbe compatibile con lo strangolamento, anche se i segni sarebbero poco evidenti. Infine, a complicare le indagini, il fatto che nessuno dal giorno del ritrovamento dei due cadaveri si sia fatto avanti per cercarle, nè un amico nè un parente. E al vaglio degli investigatori ci sono le testimonianze di quattro persone: in molti parlano di un uomo con il cappellino e la barba scura.
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