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"Europa disorientata". Conte strappa sull'Ucraina: rivolta nel campo largo, sinistra in frantumi
Ieri 10-12-25, 21:47
“Io prendo atto che l'Europa è completamente disorientata. Non si è capito qual è la linea. Purtroppo avevano solo una linea, questa è la realtà, ed era la vittoria militare sulla Russia. Hanno scommesso su questo e adesso non c'è nessuna alternativa. Quindi lasciamo che a condurre il negoziato siano gli Stati Uniti”. Sono le parole di Giuseppe Conte a movimentare la giornata politica sul tema della pace in Ucraina. La posizione del leader M5S, infatti, da un lato attira le critiche di una parte del ‘campo largo' di centrosinistra, in particolare da +Europa e dai riformisti Pd, e dall'altro si sovrappone alle sensibilità divergenti nella coalizione di maggioranza, dove la Lega continua a nutrire perplessità sul rinnovo del decreto per la proroga dell'invio di armi a Kiev. “Da un lato alcuni vorrebbero continuare una guerra per procura ma non riescono neppure a trovare le risorse per finanziarla, dall'altro c'è invece chi come Giorgia Meloni rimane nel mezzo, silente, cercando di capire quale sarà la soluzione migliore per rivendicare di aver contribuito a quella soluzione”, è la tesi di Conte, che assicura di non cambiare posizione: nessun avvicinamento al trumpismo, spiegano dal M5S, ma una constatazione del fatto che, in assenza dell'Unione europea, la regia resta a Washington. La linea del leader pentastellato è chiara: “Il governo italiano e i governi europei hanno fallito puntando sulla scommessa militare della vittoria dell'Ucraina sulla Russia. Lo hanno fatto a colpi di invii di armi e di spese militari. Invece dobbiamo prendere i soldi del riarmo e utilizzarli per le vere emergenze del Paese”. Parole giudicate “inaccettabili e irresponsabili” dal segretario di +Europa, Riccardo Magi, secondo cui “non è vero che l'Europa ha puntato sulla vittoria: non si tratta di una scommessa sull'esito di una partita di calcio, ma di sostenere la resistenza di un Paese ai confini dell'Unione europea invaso militarmente da una potenza come la Russia. Non riguarda solo l'Ucraina, ma la sicurezza dell'intera Europa”. A riaccendere il dibattito interviene anche la Lega, che frena sull'invio di nuove armi: secondo il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, “sarebbe bene, vista la situazione attuale, attendere l'evoluzione delle trattative in corso sul piano di pace Usa così da definire un provvedimento coerente col percorso diplomatico e con le garanzie di sicurezza per l'Ucraina che emergeranno dal negoziato”. Il decreto non è neppure all'ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri: “Non c'è alcuna fretta”, dice Romeo, “fino a fine anno il nostro sostegno a Kyiv è coperto”. C'è chi vede un filo diretto tra M5S e Carroccio: “Conte-Salvini era una coppia naturale”, commenta Carlo Calenda, mentre il dem Filippo Sensi ironizza: “Ho letto una nota su Europa, Trump e Ucraina che pensavo fosse di Vannacci o Borghi. Sbagliavo”. A tentare di riportare la discussione sui binari istituzionali è il responsabile Esteri del Pd Peppe Provenzano, secondo cui “Trump e Putin non si stanno mettendo d'accordo sulla fine della guerra, che vogliamo tutti, e per primi gli ucraini, ma sulla fine dell'ordine internazionale basato sulle regole. È mancata un'iniziativa diplomatica? Noi la chiediamo da anni. Ma oggi è l'Europa che sta ponendo ai tavoli negoziali le ragioni dell'aggredito e del diritto internazionale. E l'Italia è lì che deve stare per una pace giusta e duratura”. Immediata la replica di Conte: “Alcune anime belle si meravigliano delle mie dichiarazioni. Mi sono limitato a fotografare con rammarico la disastrosa situazione attuale: ho sempre auspicato un protagonismo dell'Europa nel processo di pace, che invece è clamorosamente mancato”. E conclude: “Gli Stati Uniti giocano una partita a proprio vantaggio approfittando della debolezza europea. I farisei che hanno da ridire si facciano avanti con soluzioni alternative e la smettano con le chiacchiere”.
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