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Pirite, focolari e Neanderthal: l'incredibile verità sul primo fuoco della storia
Ieri 10-12-25, 21:57
La scena è piuttosto evocativa: attorno a focolari accesi in una radura del Suffolk, piccoli gruppi di Neanderthal si scaldano, cucinano, si proteggono a vicenda. Suggestiva ma, fino a oggi, priva di rigore storico e scientifico. La scoperta del fuoco da parte dell'uomo è sempre stata fatta risalire a 50mila anni fa, mentre il quadretto che abbiamo appena descritto risalirebbe a 400.000 anni fa. Uno svarione, se non fosse per una scoperta che ha appena rivoluzionato la Storia così come la conosciamo e secondo cui l'uomo avrebbe padroneggiato l'arte di accendere il fuoco quasi 350.000 anni prima di quanto si credesse. Nel villaggio di Barnham, in un'ex cava di argilla studiata dagli archeologi agli inizi del '900 e tornata al centro delle ricerche nel 2013, gli studiosi del British Museum e di altri istituti hanno individuato una zona di terreno intensamente arrossata e strumenti litici fratturati dal calore. Analisi geochimiche mostrano che l'argilla è stata riscaldata oltre i 700 gradi, segno di fuochi accesi e riaccesi nello stesso punto: non un incendio naturale, ma un vero focolare preistorico. A rendere ancora più convincente la teoria è il ritrovamento di due minuscoli frammenti di pirite, un minerale che sprigiona scintille se colpito con la selce. La pirite è quasi assente nell'area e, secondo gli studiosi, sarebbe stata trasportata da affioramenti costieri lontani decine di chilometri, usata intenzionalmente come “accendino” di pietra. Chi accese quel fuoco, sottolineano i ricercatori, non erano Homo sapiens — la nostra specie lascerà stabilmente l'Africa solo molto più tardi — ma probabilmente primi Neanderthal, sulla base di fossili coevi rinvenuti in altri siti britannici ed europei. La possibilità che il controllo del fuoco risalga così indietro nel tempo cambia la prospettiva su molte tappe evolutive: il calore e la luce dei focolari avrebbero permesso di colonizzare climi più rigidi, come quelli delle latitudini settentrionali, e di ampliare la dieta grazie alla cottura dei cibi, liberando energia a favore dello sviluppo del cervello. Attorno alle fiamme, ipotizzano gli studiosi, si sarebbero rafforzati i legami sociali: condivisione del cibo, protezione dai predatori, ma anche lo spazio e il tempo per una comunicazione più complessa, forse per le prime forme di narrazione. Un fuoco acceso 400.000 anni fa che getta nuova luce sulle origini di ciò che rende umani gli esseri umani.
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