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Femminicidio Ronchi: uccisa con 14 coltellate al viso dall'ex, "volevo spaventarla con violenza"
Ieri 23-10-25, 20:05
Si è "accanito sul viso" di Luciana Ronchi con "14 coltellate". "Pensavo 2, non ho capito più niente, sono un assassino dottore, queste cose le sentivo in tv". Confessa, in modo confusionale, Luigi Morcaldi, il 64enne che si trova in carcere per aver ucciso mercoledì mattina a Milano la ex compagna dopo una relazione di 44 anni, interrotta bruscamente nel 2022. Nega la premeditazione, allo stato non contestata: "Ma stiamo scherzando? Non sapevo neanche da dove veniva oggi la Luciana. Dal 2022 io e lei non ci siamo mai parlati". Parla di un delitto "d'impeto" ("l'ho vista, mi è venuta una rabbia, un odio, mi è salito tutto il male che mi hanno fatto") scaturito dalla volontà di "spaventarla in modo violento": "Volevo dargli quella paura scossosa (testuale, ndr)", dice davanti ai pm Giovanni Tarzia e Leonardo Lesti che, con l'aggiunta Letizia Mannella, hanno disposto il fermo di indiziato di delitto, eseguito dalla polizia locale di Milano, diretta dal comandante Gianluca Mirabelli, con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla relazione ormai cessata. Affermazioni che andranno incrociate con le testimonianze agli atti. C'è la custode del palazzo che ha messo a verbale di aver visto nella zona Morcaldi "molto agitato e arrabbiato" alle 18.30 della sera prima del delitto. Era "arrabbiato con la moglie e, urlando, sosteneva che sarebbe dovuta essere lei ad andarsene dalla loro casa". Racconto che ha fornito uno dei primi identikit parziali: 50/60 anni, 1.60 circa di altezza, capelli corti e scuri e corporatura media. Portava con sé uno "zainetto verde". Si è detta "sorpresa" di averlo incontrato perché "non lo vedevo da anni" e si trovava in un "pezzo di strada a fondo chiuso". Il primo soccorritore a intervenire sulla scena del crimine a Bruzzano è stato un dipendente di una società di prevenzione antincendio. Luciana Ronchi era "coperta di sangue" con un "profondo taglio" sulla "guancia sinistra". Pochi istanti prima ha sentito "improvvisamente" delle "urla". Ha visto un uomo che indossava "un casco jet di colore grigio" mentre "colpiva ripetutamente il volto" della vittima continuando a ripetere "vai via da casa mia". Ronchi sarebbe riuscita a "divincolarsi" e aggrapparsi "con le mani" al soccorritore e allontanarsi per qualche metro. Poco dopo avrebbe perso "la presa" e si sarebbe accasciata al "suolo". È in quel momento che il teste ha girato lo sguardo e ha notato il 64enne risalire a bordo di uno scooter Piaggio modello Beverly 300 di colore grigio scuro parcheggiato sul lato sinistro della carreggiata e darsi alla "fuga". Da quel momento l'ex cuoca, deceduta a causa dell'emorragia dopo 7 ore in sala operatoria con il Trauma Team dell'ospedale Niguarda, non sarebbe più riuscita a "dire nulla". La premeditazione andrà vagliata anche alla luce del ritrovamento di una lettera delirante sul cruscotto della Ford Focus grigia, di proprietà della sorella di Morcaldi, individuata mercoledì pomeriggio in un parcheggio di via Ornato nei pressi del Parco Nord. "La torta avvelenata", il titolo dello scritto con all'interno improperi, "rabbia e frustrazione" nei confronti della ex e del figlio, sentito in Procura giovedì pomeriggio. Il contesto in cui è maturato il femminicidio è quello di un ex proprietario di un bar in zona Piazza Bausan, rimasto senza casa e senza lavoro dopo la separazione, a suo dire dovuta a presunti tradimenti della vittima iniziati nel 2012 con un altro uomo. "Le davo qualche sventolone, cioè schiaffi, mai una cosa che ha superato il limite,, solo scaramucce, cose normali". Fino a marzo 2025 Morcaldi si sarebbe arrangiato come "badante" di un'anziana signora che lo ospitava in casa. Dopo il ricovero delle stessa era diventato un senza fissa dimora, ospite negli ultimi mesi del dormitorio 'Casa Jannacci' di via Ortles. Durante il punto stampa in Procura gli inquirenti hanno confermato una presa in carico dei servizi sociali del Comune di Milano. Secondo la portinaia del palazzo il 64enne avrebbe trovato casa lì vicino, in via Bisnati, dopo la separazione e martedì sera avrebbe sostenuto di essersi trasferito a San Donato Milanese. Nella sua confessione ha fatto confusamente riferimento a minacce che avrebbe subito, soldi e beni che gli sarebbero stati sottratti da Ronchi: "Sono spariti 14.000 euro di oggetti di quella casa", ha detto aggiungendo però di possedere 85mila euro e alcuni gioielli in una cassetta di sicurezza (ma si è confuso sulla banca e l'indirizzo della filiale). Non è l'unico momento di confusione. Ha detto di girare con il coltello in tasca da 30 anni e di essersi sentito "minacciato" dal nuovo compagno della donna che "conosce le persone che con 4000 euro mi ammazzano". Così come i familiari della vittima che, sempre a suo dire, avrebbero contatti nelle alte sfere della 'Ndrangheta in Lombardia. Alla domanda di rito sul titolo di studio in suo possesso ha risposto: "Terza media; dottorato in architettura col vecchio ordinamento; ho dato tutti gli
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