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Fisco, l'Istituto Friedman contro l'evasometro
02-04-2025, 20:24
L'Istituto Milton Friedman scende in campo contro l'“Evasometro”, il nuovo strumento annunciato dalla Guardia di Finanza e dall'Agenzia delle Entrate per contrastare l'evasione fiscale. In una nota diffusa oggi, il think tank liberale definisce l'iniziativa “una trovata immorale” e un simbolo di “uno Stato orwelliano in crisi, che invece di promuovere sviluppo e libertà economica ricorre alla sorveglianza di massa”. “La sola scelta del nome, Evasometro, è ridicola e inquietante – si legge nella nota firmata dal direttore esecutivo Alessandro Bertoldi e dal responsabile delle Politiche fiscali Ezio Stellato – evoca un clima da Grande Fratello, in cui ogni cittadino diventa un sospetto a prescindere, sotto controllo costante da parte di un apparato statale invasivo”. Il nuovo strumento, basato su algoritmi in grado di incrociare dati finanziari e personali, secondo l'Istituto Friedman rappresenta una violazione dei principi fondamentali dello Stato di diritto: “Si inverte l'onere della prova – denunciano – costringendo i contribuenti a giustificare ogni scostamento tra reddito dichiarato e spese sostenute. È una presunzione di colpevolezza che lede la dignità personale e mina la fiducia tra Stato e cittadini”. Bertoldi e Stellato attaccano duramente anche l'approccio moralistico e punitivo del fisco italiano, accusando le istituzioni di ipocrisia: “Si pretende la perfezione assoluta dai contribuenti, mentre si ignorano le inefficienze e gli sprechi cronici della macchina pubblica, vera responsabile dello sperpero delle risorse raccolte con le tasse”. Per l'Istituto Friedman, la strada per una lotta all'evasione efficace non passa da strumenti tecnologici oppressivi, ma da riforme strutturali: “Serve semplificazione normativa, riduzione della pressione fiscale, incentivi alla compliance e una visione liberale del rapporto tra Stato e individuo”. L'appello finale è rivolto al Governo: “Chiediamo di riconsiderare l'adozione di questo strumento e di orientare la politica fiscale verso un modello che rispetti la libertà, la responsabilità e la dignità dei cittadini. L'Italia ha bisogno di uno Stato minimo, non di un Grande Fratello tributario.”
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