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Flotilla, abbordate le imbarcazioni. Tajani: "Gli attivisti espulsi da Israele"
Ieri 01-10-25, 21:37
Global Sumud Flotilla abbordata da parte delle forze israeliane. "Ci sono una dozzina di imbarcazioni a 5 miglia da noi, non identificate ma probabilmente israeliane, che naturalmente preparano l'abbordaggio". L'annuncio dalla spedizione umanitaria è giunto così, con le parole del deputato del Pd Arturo Scotto da una delle barche dirette a Gaza con un carico di aiuti umanitari. A bordo c'erano attivisti da oltre 40 Paesi, fra cui Greta Thunberg e Mandla Mandela, nipote di Nelson Mandela. Yasemin Acar, del comitato direttivo della Flotilla, ha riferito che le forze israeliane avevano hanno circondato l'Alma "su entrambi i lati della barca. Ci stiamo posizionando e ci stiamo preparando all'intercettazione", ha dichiarato. La Marina israeliana aveva nuovamente invitato la Flotilla a invertire la rotta verso il porto di Ashdod, "dove gli aiuti verranno sottoposti a un'ispezione di sicurezza e trasferiti alla Striscia di Gaza", ha comunicato il ministero degli Esteri israeliano, accusando nuovamente la missione di essere legata a Hamas e di volere provocare. "Le regole di ingaggio della Marina israeliana sono molto chiare, nessun atto di violenza nei confronti delle persone che sono a bordo delle navi della Flotilla. Queste sono disposizioni molto chiare che hanno avuto dal governo", ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Entro un paio di giorni", ha spiegato il titolare della Farnesina, gli attivisti, condotti probabilmente al porto di Ashdod, "dovrebbero essere imbarcati su un aereo e riportati in Europa in aereo, quindi ci sarà una sorta di espulsione da parte del governo di Israele". Le imbarcazioni della Flotilla erano entrate in quello che il gruppo stesso ha definito 'zona di pericolo'. Un'espressione per riferirsi all'area in cui le autorità israeliane avevano fermato precedenti tentativi di altre flottiglie. "Siamo fra le 100 e le 90 miglia da Gaza" e "di fatto siamo totalmente in acque internazionali" quindi un'intercettazione in queste acque" sarebbe "una totale violazione", aveva detto a LaPresse nel pomeriggio l'eurodeputata di Avs Benedetta Scuderi, parlando da una delle barche. "Lo scenario più probabile, semplicemente perché è quello che è successo in passato, è quello di un'intercettazione, abbordaggio e messa in stato di fermo o arresto", aveva aggiunto. Un'intercettazione da parte di Israele gli attivisti la temevano già per la notte fra martedì e mercoledì. Invece di questa, secondo quanto riferito dagli attivisti, è avvenuto l'avvicinamento di una nave da guerra israeliana in modo aggressivo alla loro nave 'madre' Alma, circondandola e attuando un disturbo delle comunicazioni. "La nave militare si è avvicinata pericolosamente, costringendo il capitano a compiere una brusca manovra evasiva per evitare una collisione frontale", ha riferito la Flotilla, aggiungendo che poco dopo la stessa nave ha preso di mira la Sirius, "ripetendo manovre di molestia simili per un lungo periodo di tempo, prima di allontanarsi definitivamente". Dalla mattina di mercoledì, poi, si sono susseguiti una serie di appelli anche da Spagna e Italia, che nei giorni scorsi avevano inviato delle loro navi militari per scortare la flottiglia fino a un certo punto. Dopo il superamento delle 150 miglia nautiche dalla costa di Gaza la nave Alpino della Marina militare italiana si è fermata, avvertendo la Global Sumud Flotilla che non avrebbe oltrepassato questo limite. La Spagna ha invitato gli attivisti a non entrare nella zona di esclusione istituita dall'esercito israeliano in quanto farlo "metterebbe seriamente a rischio la sua sicurezza". In un appello congiunto di Italia e Grecia, i due ministeri degli Esteri hanno chiesto a Israele di "garantire la sicurezza e l'incolumità dei partecipanti", ma al tempo stesso hanno anche chiesto alla Flotilla di fermarsi e accettare "la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme a consegnare in sicurezza gli aiuti destinati in solidarietà ai bambini, alle donne e agli uomini di Gaza". Israele ha colto l'appello dei Paesi europei per chiedere agli attivisti di fermarsi: "Non è troppo tardi. Vi preghiamo di trasferire pacificamente a Gaza gli aiuti di cui disponete attraverso il porto di Cipro, quello di Ashkelon o qualsiasi altro porto della regione", ha scritto il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar. Un appello restituito al mittente dagli attivisti: "Quello che ci sentiamo di rispondere è che vorremmo che loro ci permettessero di fare un corridoio permanente e iniziassero ad applicare il diritto internazionale", ha detto Scuderi.
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