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"Ghali de sta c...", Porro e Cruciani scatenati: delirio woke su Sanremo
18-02-2025, 12:28
“Un Sanremo stupendo. Senza Ghali, senza genocidi, senza i monologhi di questa cep*a….” Nicola Porro e Giuseppe Cruciani esaltano il Festival di Carlo Conti e sottolineano la fine della cultura woke sul palco dell'Ariston, a favore di ciò che più importa: le canzoni. Nell'ormai consueto “Un tavolo per due” di Quarta Repubblica su Rete 4, il conduttore Mediaset e il giornalista de La Zanzara sono tornati sul 75esimo festival di Sanremo e hanno tirato le somme della manifestazione canora, mai così lontana dalle precedenti targate Amadeus. “Un Sanremo stupendo! Senza Ghali, senza genocidi, senza i monologhi di questa ceppa – esordisce Porro – Un Sanremo favoloso dove ci sono solo le canzoni. Non sono riuscito a trovare una dichiarazione antifascista”. Cruciani dal canto suo non è così entusiasta e va subito sulle polemiche nate nella settimana del Festival: “Mi annoiano le piccole polemiche che ci sono state”. Il conduttore abbocca all'amo e lancia il Cruciani-pensiero: “Questa? Il delirio delle femministe a Sanremo e il “Patriarcanto” – il riferimento è a un titolo del quotidiano Libero che va a tutto schermo – Questo ti dà fastidio?”. “La cosa più ridicola del mondo sono le accuse a non so chi di avere portato in finale solamente cinque uomini. Voi vi rendete conto? – sottolinea Cruciani – L'accusa è quella di avere sostanzialmente discriminato le donne. Tu capisci che siamo ormai al ridicolo assoluto?”. Il giornalista è furente: “Le persone sono state giudicate in base ai gusti, alle canzoni. Ma la questione uomo-donna è lontana, mille miglia da questa roba qui. Per cui, è veramente una cosa ridicola. Le accuse che vengono fatte, non so a chi, di avere ancora una volta discriminato le donne”. Porro lo segue: “Agli italiani, evidentemente. Che hanno votato e se ne sono fregati delle quote rosa, o anche dei gusti sessuali. Guardavano le canzoni, sentivano le canzoni”. Cruciani gli fa eco: “Pazzia totale. Mettere ancora una volta la questione del patriarcato inesistente dentro le votazioni di Sanremo”. La discussione continua e il conduttore radiofonico solleva un altro punto: “C'è qualcuno che ha detto che è un festival sovranista. Qualche altro scalmanato, tipo Saviano, che ha detto che è un festival sovranista perché non c'erano i monologhi, non c'era la polemica politica, e meno male – spiega – E non c'era il festival impegnato. Ma chi se ne fotte?”. Porro, mani in tasca, gongola: “Quando 20 milioni, il 60% di italiani guardano una roba per guardarla. Hai presente quando Battisti gli chiedono, al mitico e enorme Lucio Battisti, ma che significato hanno le tue canzoni? E lui dice: ‘E che significato deve avere? Sono belle, te piacciono e te le vedi'. È questo il punto”. Infine il riferimento a Simone Cristicchi: “Il povero Cristicchi, se hai letto qualcosa, è stato massacrato dalla critica dell'intellighenzia di sinistra perché ha fatto la cosa sulle foibe per primo – conclude Cruciani – è identificato come uno un po' di destra, che non è poi peraltro. È stato massacrato da qualche sapientone dell'intelligenza di sinistra che ha imperversato pure sul festival. Vabbè”.
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