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Gli impresentabili di Fico: Giggino a' purpetta chiede voti e ombre su un altro candidato
Oggi 06-11-25, 07:31
Lui, il candidato di Posillipo, ne aveva fatto un punto di onore, non c'è neanche un impresentabile, sono tutti dall'altra parte. La stessa sicurezza che Roberto Fico aveva manifestato qualche mese fa, quando assicurava che non ci sarebbe stata nessuna possibile intesa con Vincenzo De Luca. Poi è andata in un altro modo, con il governatore che si è intestato una lista personale all'interno del campo largo, per concorrere alla vittoria. A questo punto entra in scena la malasorte che continua ad inseguire Fico, come se una qualche divinità si fosse messa in testa di smentirlo ad ogni passo. Premessa: negli anni del furore, l'allora giovane militante 5 Stelle definiva la famiglia di Luigi Cesaro: «Persone che hanno fatto e faranno male al territorio». Il destino lo mette alla prova con Armando Cesaro jr, candidato di prestigio della casa Riformista e figlio di "Giggino a' purpetta". Una lunga tradizione di famiglia: il padre Luigi è stato deputato, senatore ed europarlamentare di Forza Italia, nonché presidente della Provincia di Napoli. Lo accompagna una lunga scia di procedimenti giudiziari che perseguitala famiglia, con altri due zii condannati. Il figlio Armando, prima segue le sue orme, è stato consigliere regionale sempre sotto le insegne di Forza Italia, poi una nuova vita. Da febbraio infatti diventa commissario regionale di Italia Viva, giusto in tempo per salire abordo dellanuova scialuppa confezionata da Matteo Renzi e Gaetano Manfredi. Armando lo scrive nero su bianco l'altro giorno: «Ho preso definitivamente le distanze dalla storia politica della mia famiglia. Non partecipo alla gestione delle aziende e le questioni giudiziarie ancora aperte non mi riguardano”. Poi il dettaglio per infierire: la definisce la sua “famiglia d'origine». La rassicurazione convince pure il 5 Stelle che si presenta alla conferenza stampa di Casa Riformista con l'animo sollevato. All'ennesima domanda sugli impresentabili, Fico sbotta: «Ma che volete da me? Leggete il post di Cesaro jr, non ha più rapporti con la sua famiglia». Insomma tutto a posto, non abbiamo impresentabili. Arriva l'imprevisto, ieri infatti ci pensa Giovanni Palomba, ex sindaco di Torre del Greco, a smentirlo: «Ho ricevuto una telefonata da Giggino Cesaro che voleva sapere come fossi schierato in questa campagna elettorale. Gli ho risposto subito: sono e resto con Forza Italia». Da quanto si racconta nei corridoi il padre si starebbe muovendo dietro le quinte, con telefonate e contatti nel territorio. In pratica a cercare voti per il figlio. Non l'unico inghippo: Armando è stato fotografato accanto a Mimmo Di Domenico, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Poi scoppia l'ennesima grana: Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in Senato e Pino Bicchielli, vicesegretario degli azzurri in Campania scrivono una lettera alla commissione Antimafia. «Si approfondisca la situazione di Mauro Scarpitti, candidato del campo largo nella lista Noi di centro, che viene ritratto accanto al consigliere municipale Sabino De Micco». L'accusa è circostanziata: «Secondo ricostruzioni di stampa, De Micco è stato arrestato il 6 maggio 2024 nell'ambito di un'indagine per voto di scambio politico-mafioso connessa alle amministrative di Cercola del 2023». Insomma la malasorte si accanisce.
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