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Huawei, i nuovi smartwatch e la strategia per l'Europa: così punta a sbaragliare nel wearable
Ieri 15-05-25, 18:21
BERLINO - Molti avevano dato Huawei per finita dopo la messa al bando da parte degli Usa della prima era Trump. A quei tempi l'azienda tech fondata nel 1987 a Shenzhen da Ren Zhengfei, ex generale dell'esercito, macinava vendite su vendite in Occidente scalando le posizioni nelle classifiche di smartphone e diventando un colosso non solo cinese, ma globale. Il "ban" però ha avuto conseguenze dure, e ha costretto l'azienda a creare un app store indipendente, slegato da quelli Apple e Android. Per molti utenti italiani il brand è sparito dai radar. Ma il Dragone ha la pelle dura e molta pazienza, non a caso L'arte della guerra l"ha scritto un generale cinese, Sun Tzu. E così in questi anni Huawei ha costruito una nuova strategia, ossia conquistare un altro campo di battaglia, quello dei dispositivi indossabili: smartwatch e fitness band, con un occhio di riguardo per l'Europa. Detto questo, Huawei ha presentato al Velodrom di Berlino giovedì 15 maggio i suoi ultimi prodotti per l'Europa:: una serie di smartwatch che hanno l'ambizione di conquistare nuovi primati nel settore, oltre ad altoparlanti intelligenti e un tablet - che però non vedremo in Italia - perché certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi chissà. Nel dettaglio Huawei Watch 5 (a partire da 449 euro) si propone come un partner olistico incentrato su benessere e salute. Per dirne una, fornisce un vero e proprio servizio ECG con sensori dedicati e funzioni speciali per analizzare il rischio cardiovascolare. Il tutto in tandem con l'app proprietaria Huawei Health che alimenta anche l'altra serie Watch Fit 4 in due modelli (Pro a un prezzo consigliato 279 euro, Fit 4 di 169). Qui di seguito la nostra recensione in anteprima di Huawei Fit 4. Insomma, Huawei vuole vestire il polso degli europei puntando su un concetto olistico sport-wellness-health. L'Europa è il suo secondo mercato principale dopo la Cina e come detto il ban americano ha costretto il colosso di Shenzhen a cambiare rotta: ora punta a primeggiare sui prodotti wearable coprendo tutte le fasce dai band sotto i 100 euro ai prodotti esclusivi (c'è uno smartwatch con filamenti d'oro da 3000 euro, potrebbe arrivare presto anche da noi) fino ai dispositivi che monitorano la pressione arteriosa non attraverso sensori, ma con un vero sfigmomanometro. Insomma, come in un monito di Sun Tzu, Huawei ha trovato una battaglia che può vincere, investendo il 20-25 per cento del fatturato in ricerca e sviluppo come fatto negli ultimi anni. Anche per rendere l'app store proprietario competitivo e vincere lo scetticismo dell'utente che si trova fuori da ambienti noti (in ogni caso gli smartwatch e l'app Health sono ottimizzati per iOs e Android). Un dato per tutti: nel 2024 Huawei ha venduto a 180 milioni di dispositivi da polso, prima in crescita globale. D'accordo, ma le controversie alla base del ban americano? Le attività di lobbying che hanno scatenato una bufera - anche giudiziaria - a Bruxelles? L"azienda, attraverso suoi importanti manager, assicura di rispettare tutti i requisiti di privacy previsti dagli standard e dai regolamenti europei, Gdpr in testa, e che le informazioni degli utenti - parliamo di parametri personali e medici, e dunque dati delicatissimi - sono custoditi e trattati nell'Ue, con database in Germania. L'Italia, in questo scenario, è un mercato centrale, il secondo in Europa. E visto che alla Casa Bianca è tornato Trump, è facile che a Shenzhen guardino ancora con più interesse.
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