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Il 23 maggio l'apertura del Museo del Presente. Il nipote di Falcone: "Punto di riferimento"
Oggi 19-05-25, 13:35
Oggi a Palermo nella Biblioteca Blu del Museo del Presente è stata ascoltata la testimonianza di Vincenzo Di Fresco, nipote di Giovanni Falcone, socio fondatore della Fondazione Falcone e Presidente del Museo del Presente, che sta per essere aperto al pubblico in una data molto simbolica, il 23 maggio, la ricorrenza nazionale del Giorno della Legalità, volta a commemorare le vittime di tutte le mafie e, in particolare, delle stragi del 1992. Presidente, che significato ha aprire il Museo dedicato a Falcone e Borsellino proprio in questa ricorrenza? Un riconoscimento a Giovanni Falcone, un punto d'inizio. Un volere dire che ce l'abbiamo fatta, ce l'abbiamo fatta a creare qualcosa che resti nella città di Palermo, che resti in questo Paese. È una cosa importante e lo sarà sempre di più nei mesi e negli anni a venire, diventando un punto di riferimento per i giovani di tutta Italia e di tutta Europa. La Fondazione Falcone, di cui tu sei vicepresidente oltre che socio fondatore è una realtà molto importante che porta avanti l'eredità di Giovanni Falcone. Qual è questa eredità? Quello che abbiamo fatto in questi 32 anni è ciò che riteniamo l'eredità morale di Giovanni Falcone e trasmettere i valori di Falcone nella società e soprattutto fra i giovani. È quello che ha fatto mia madre Maria Falcone come Presidente della Fondazione in questo progetto di educazione alla legalità. Ora vogliamo che i giovani di tutta Italia vengano questo luogo e trovino un posto dove riflettere e dove farsi carico di una grande responsabilità per il futuro di questo paese. Tu hai raccolto il testimone, sei il nipote di Giovanni Falcone, è per te motivo di grande orgoglio? Certamente. Quella è una cosa che riguarda la mia intimità, la mia sfera familiare ed è la cosa di cui sono più orgoglioso. Aver vissuto accanto a mio zio, Giovanni Falcone. Essere stato anche figlioccio perché mi ha cresimato. Custodisco ricordi personali , indimenticabili. C'è un ricordo a cui sei più legato? Ho fatto prima riferimento al giorno della Cresima. da noi in Sicilia, il padrino (nel senso buono del termine!) è una figura importante nella vita di chi viene battezzato o cresimato, è colui che ti accompagna anche nella tua vita e nel tuo futuro di uomo, di donna nella società. E quel giorno per me fu molto importante perché fu una giornata molto particolare, molto fuori dagli schemi. Di solito in queste occasioni da noi si usa organizzare grandi feste di famiglia, invece mio zio, che usciva molto fuori dagli schemi ma che aveva un grande affetto nei confronti di tutti noi nipoti e soprattutto del sottoscritto, volle ricavarsi una giornata riservata a me e lui, andammo al cinema, a mangiare una pizza. È uno dei ricordi più belli che ho, poi ce ne sono molti altri, abbiamo vissuto giornate bellissime, ma anche periodi angoscianti, di grande preoccupazione. Il Museo del Presente è uno strumento per trasmettere alle nuove generazioni gli insegnamenti e l'eredità di Falcone e Borsellino. Pensi che i giovani oggi abbiano questo senso dello Stato, questo senso di responsabilità, il desiderio di migliorare il mondo? A volte viene di pensare, in modo molto superficiale, che i giovani di oggi non abbiano senso delle istituzioni, invece ti devo dire che per quella che è la nostra esperienza, per quelli che sono i nostri rapporti diretti ogni giorno con migliaia di giovani, ci troviamo davanti ragazzi estremamente informati, attenti e con una grandissima voglia di imparare e fare esperienza e tesoro di tutto quello che è successo e che fa parte della storia del nostro paese. Ovviamente i giovani di oggi hanno mezzi di apprendimento diversi da quelli che avevamo noi, ma non è vero che siano più distaccati, non è vero che non abbiano valori, anzi è esattamente il contrario. I giovani che transitano da questi luoghi, le centinaia e migliaia di ragazzi che ancora oggi continuano a sfilare per le strade nel nome di Falcone e Borsellino, giovani che 32 anni fa non erano nati, ma che consideravano Falcone e Borsellino degli eroi C'è bisogno di eroi positivi, in un momento storico dove forse gli eroi non ci sono più? Sì. Eroi positivi, eroi diversi, eroi umani con i loro difetti, i loro grandissimi pregi, eroi che hanno una storia incredibile alle spalle, storia che oggi bisogna studiare, bisogna farne tesoro affinché certi errori, certe cose che sono accadute nello stato e nei governi di allora, non si possano ripetere. Pensa che le istituzioni, la politica, la magistratura oggi facciano abbastanza per contrastare la criminalità organizzata? Sono convinto che la magistratura, ma anche le istituzioni, la politica si impegnino per il contrasto alla criminalità organizzata, il contrasto a Cosa Nostra. Si tratta di un patrimonio di questo Paese a cui tutte le forze politiche, che siano di destra o di sinistra, di governo o di opposizione, si inchinano seguendo assolutamente una rigidità e l'applicazione delle norme, che poi sono state volute e ideate da Giovanni Falcone. perché fu proprio Giovanni Falcone nell'ultimo anno della sua vita al Ministero di Grazia e Giustizia, ad ideare tutta quella che è la moderna antimafia, il 41 bis, la legge sui pentiti, la direzione della Procura Nazionale Antimafia, tutta la legislazione che oggi anche in Europa ci invidiano e che tengono ad apprendere. È vero. Poi siamo qui nella Biblioteca Blu in cui c'è l'American Corner. È vero che per Falcone i suoi migliori amici erano negli Stati Uniti ? Iniziamo col dire che i suoi peggiori nemici li ebbe all'interno della stessa magistratura. Nella magistratura ci sono tanti suoi grandi amici, che oggi sono componenti della Fondazione Falcone, che sono stati componenti storici del pool antimafia, penso a Giuseppe Ayala, Leonardo Guarnotta, Gioacchino Natoli, Ignazio De Francisci. Ma i peggiori tradimenti Giovanni Falcone li ebbe proprio all'interno di quello che allora hanno chiamato il palazzo dei Danendi. Quindi amici di allora e amici di ora ce n'erano e ce ne sono molti, ma mia mamma ama sempre ripetere che il miglior amico di Giovanni Falcone era un americano che si chiamava Louis Freeh e che era un collega della Procura di New York e della direzione distrettuale di New York. Devi pensare che ogni anno da 32 anni viene a rendere omaggio alla memoria di Giovanni Falcone e anche quest'anno per il trentaduesimo anniversario sarà qui a Palermo a ricordare il suo amico. Louis Freeh è stato anche direttore dell'FBI e addirittura nel giardino all'ingresso dell'Academy Fbi a Quantico c'è un monumento dedicato a Giovanni Falcone. Ecco forse eredità di Falcone è stato anche rafforzare I legami con gli USA, la collaborazione tra il magistrato palermitano e i colleghi americani. è stato un punto di arrivo fondamentale. Il coronamento di un'amicizia e di una collaborazione fortissima con le procure americane, con l'FBI. Il lavoro di Falcone e Borsellino, del pool antimafia insieme ai loro colleghi americani, è stato celebrato in questo angolo che è diventato l'American Corner più importante in Italia. Ritornando al Museo del Presente, c'è qualche aspetto diciamo meno forte che però è importante oggi ricordarlo Il Museo sarà una sorpresa per tutti perché non ci saranno solo Falcone e Borsellino dal punto di vista istituzionale, ci sarà anche una sfera privata che era importantissima. Falcone e Borsellino erano anche grandi amici oltre che colleghi. Falcone ad esempio era un grande sportivo, amava il mare, amava nuotare, ci saranno dei ricordi personali degli uomini. Inoltre, la realtà immersiva e le tecnologie ci permettono di fare un tuffo nelle realtà di allora estremamente veritiero, verosimile, addirittura impressionante in certe sue sfaccettature. Ci sarà modo di di conoscere oltre che i grandi magistrati, dei grandi uomini Esatto, perché “gli uomini passano ma le idee restano…” Ecco, pensi che siano rimaste queste idee negli uomini di oggi? Non ci sono più grandi eroi. Come diceva sempre mio zio, e diceva anche Paolo Borsellino, questo non è un paese che ha bisogno di eroi, è un paese che ha bisogno di uomini, di donne, di ragazzi di oggi che saranno gli uomini e le donne di domani, che facciano il loro dovere. Mio zio aveva a cuore una frase di Kennedy che diceva che l'importante nella vita è fare sempre il proprio dovere qualsiasi prezzo esso abbia. Ecco, se tutti noi lavoriamo avendo chiaro che ognuno nella sua dimensione, nel suo ruolo nella società, può dare un proprio contributo facendo il proprio dovere, già quella è una vittoria dello Stato ed è un cambiamento rispetto ai tempi che Falcone e Borsellino furono costretti a vivere.
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