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Netanyahu riapre agli aiuti per Gaza, ma non ferma la guerra: "Prenderemo tutta la Striscia"
Oggi 19-05-25, 17:13
La situazione umanitaria a Gaza è disperata, tanto che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la riapertura dei valichi e l'ingresso di aiuti, dopo due mesi e mezzo di blocco, sostenendo che affamare la Striscia non sia di nessuna utilità allo Stato ebraico. "Per completare la vittoria, sconfiggere Hamas e liberare i nostri ostaggi, non dobbiamo lasciare che la popolazione sprofondi nella carestia, sia per ragioni pratiche che diplomatiche", ha affermato il leader di Israele. "Ci stiamo rapidamente avvicinando alla linea rossa, una situazione in cui potremmo perdere il controllo e allora tutto crollerebbe", ha aggiunto, motivando così la decisione. "Israele sta facilitando l'ingresso di camion con alimenti per l'infanzia" e altre decine di mezzi con aiuti entreranno nei "prossimi giorni", ha comunicato il direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, Eden Bar Tal. Il presidente israeliano Isaac Herzog si è felicitato per la notizia, definendola un passo "vitale" affinché lo Stato ebraico "mantenga le sue capacità militari, operi in conformità con il diritto internazionale e, soprattutto, affinché si possa preservare la nostra umanità in questa tragedia". L'annunciata ripresa dell'ingresso degli aiuti sembra essere frutto delle pressioni USA, che stanno lavorando intensamente perché venga raggiunto un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Tuttavia da Doha, fonti informate rilanciate da Yedioth Ahronoth hanno riferito che nessun progresso è stato fatto finora durante i colloqui, ripresi la settimana scorsa dopo la liberazione da parte di Hamas dell'ostaggio israelo-americano Edan Alexander. Sul tavolo c'è una proposta aggiornata sulla quale sta spingendo l'inviato speciale USA, Steve Witkoff, ma finora senza risultati. Se da una parte Netanyahu ha dovuto capitolare sugli aiuti, dall'altra non intende rinunciare alla guerra, anzi. Annunciandoli, il premier israeliano ha voluto tacitare l'opposizione interna al governo, assicurando che la pressione militare continuerà invariata. "Prenderemo il controllo di tutto il territorio della Striscia di Gaza. Non ci arrenderemo. Ma per avere successo, dobbiamo agire in un modo che non possa essere fermato", ha evidenziato. Ieri, l'IDF ha annunciato l'avvio di "estese operazioni terrestri in tutta la Striscia di Gaza settentrionale e meridionale", nell'ambito della nuova offensiva I carri di Gedeone. Una campagna di bombardamenti senza sosta che ha già fatto almeno 52 morti da mezzanotte e prosegue, ha fatto sapere il portavoce della Difesa civile nell'enclave, Mahmud Bassal. L'IDF ha esortato i residenti di diverse aree nel nord di Gaza, tra cui Khan Yunis, Abasan al-Kabira e Bani Suheila, a evacuare verso al-Mawasi prima di "un attacco senza precedenti" nella zona. Il portavoce Avichay Adraee ha designato come "zona di combattimento pericolosa" l'intero governatorato di Khan Yunis, dove l'esercito israeliano non operava in modo estensivo dall'aprile 2024. Proprio l'espansione dell'aggressione militare israeliana nella Striscia ha spinto il vicepresidente americano J.D. Vance a decidere di non recarsi in Israele dopo la tappa a Roma per l'insediamento di Leone XIV.
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