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Il dna ignoto nella bocca è una "contaminazione". E c'è un nuovo consulente
Oggi 13-08-25, 07:54
Il dna maschile di un "ignoto" trovato nella bocca di Chiara Poggi, secondo la procura di Pavia guidata da Fabio Napoleone, è una «contaminazione». Si tratterebbe del profilo genetico di un altro cadavere, sottoposto ad accertamenti medico-legali negli stessi giorni della 26enne, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco. Una «contaminazione involontaria» avvenuta durante l'autopsia condotta all'epoca dal medico legale, dottor Ballardini, su ordine della Procura di Vigevano. Il dna, o meglio delle tracce, emerso nelle scorse settimane durante l'incidente probatorio affidato all'investigatrice della scientifica, Denise Albani, è risultato avere una «concordanza» con i «preparati istologici» relativi a uno dei «cinque soggetti di sesso maschile» dissezionati in un «lasso temporale prossimo» all'esame autoptico sul cadavere di Chiara Poggi. I consulenti genetisti dei pubblici ministeri Stefano Civardi, Valentina De Stefano e Giuliana Rizza, il professor Carlo Previderè e la dottoressa Pierangela Grignani, lo hanno identificato nel codice anonimo "153", corrispondente a quel corpo. Ci sarebbe sovrapposizione con i suoi «alleli», allontanando l'ipotesi della presenza di un terzo soggetto che avrebbe commesso il femminicidio, in concorso con Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni e oggi in semi-libertà, con Andrea Sempio (di nuovo indagato) o con altri "ignoti" a cui fa riferimento il capo d'imputazione. Una contaminazione su cui 18 anni dopo è impossibile risalire all'origine ma probabilmente da attribuirsi a un supporto non sterile. Nello specifico una «garza» o una «pinza» utilizzata per «trattenere» la garza e permettere a Ballardini di eseguire il prelievo nel cavo orale della ragazza. «Più continuano gli accertamenti, più si concretizza tutto quello che abbiamo sostenuto noi», commenta l'avvocato Angela Taccia, che con il collega Massimo Lovati assiste Sempio, aggiungendo che «la verità su Sempio salterà fuori presto». Sul fronte delle indagini, che ora puntano a concludere il maxi incidente probatorio sui dna maschili, da discutere in aula davanti alla gip Daniela Garlaschelli a partire dal24 ottobre, non è però l'unica novità. La Procura fa sapere di aver "arruolato" nella propria squadra di consulenti tecnici la dottoressa Cristina Cattaneo, tra i più celebri medici legali e antropologi forensi d'Italia, che si è già occupata, tra gli altri, del caso Yara e della vicenda di Liliana Resinovich. Le è stato affidato il compito di effettuare «nuove verifiche» sulle cause della morte, che, di fatto, significa rifare la consulenza tecnica medico legale. Alla professoressa ordinaria del Dipartimento di Scienze biomediche della Statale di Milano viene chiesta una «valutazione più ampia degli elementi raccolti» durante l'indagine su Sempio, «sia in sede medico-legale sulla vittima» quanto «sul luogo del delitto». Ciò vuol dire che potrebbe essere riesumato il corpo di Chiara Poggi.
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