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Il giallo dell'impronta 10: "È insanguinata". Chi esclude la nuova consulenza
Ieri 22-05-25, 18:51
Tracce, impronte, segnali della presenza sulla scena del crimine. Le nuove indagini sul delitto di Chiara Poggi a Garlasco puntano anche a rivalutare le vecchie prove con le tecnologie del presente. Oltre all'impronta 33, che i consulenti della Procura di Pavia attribuiscono ad Andrea Sempio indagato per omicidio in concorso, ci sono altre tracce sotto la lente. Il "contatto" sul portone di casa Poggi può "essere stato generato" da una "mano sporca di sangue" o di "altra sostanza", scrivono i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano nell'informativa alla base della nuova inchiesta su Sempio. È la traccia numero 10 rinvenuta sulla superficie interna del portone d'ingresso della villetta di via Pascoli: un contatto papillare evidenziato con gli ultravioletti e fotografato dai Ris di Parma il 17 agosto 2007. Ma di chi è quell'impronta? Ritenuto all'epoca "non giuridicamente utile", la nuova consulenza dattiloscopia ha escluso che quel reperto appartenga ad Andrea Sempio, Alberto Stasi, l'intera famiglia Poggi, Stefania Cappa e i 3 amici di Marco Poggi sottoposti anche ad accertamenti genetici sul dna nel corso dell'incidente probatorio (Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti). Secondo i militari diretti dal tenente colonnello Antonio Coppola "sarebbe stato generato da una mano 'sporca'" forse di "sangue (della vittima o di altri)" o "di altra sostanza". Oltre all'impronta palmare di Sempio ci sono inoltre altre 6 impronte di mani sconosciute sulle pareti delle scale dove il 13 agosto 2007 è stato trovato il cadavere di Chiara. I 6 'ignoti' non appartengono al 37enne indagato per l'omicidio nella nuova inchiesta della Procura di Pavia né ad Alberto Stasi, l'intera famiglia Poggi, Stefania Cappa e i tre amici di Marco Poggi scrivono il tenente colonnello del Ris di Parma, Gianpaolo Iuliano, e il dottor Nicola Caprioli che hanno consegnato ai pm Napoleone-Civardi-De Stefano-Rizza. Dei reperti numero 32, 35, 38, 42, 49 e 51, accanto alla traccia 33 "utile" attribuita a Sempio, tre si trovano sulla parete destra della scala con 12 gradini, a cui si accede da una porta a soffietto e che conduce in cantina. Due sulla parete sinistra e una su quella superiore. Vengono ritenute tutte "comparabili". Cioè valide per "escludere con certezza" un soggetto noto ma non per arrivare alla "piena identificazione" di un individuo. Sono state analizzate con un "comparatore elettronico automatizzato" che si chiama Lapics Printques. All'interno del macchinario in dotazione al Ris sono stati inseriti tutti i cartellini foto-segnaletici, le impronte digitali per "esclusione", i 27 frammenti "comparabili" repertati nella villetta di via Pascoli, oltre alle 3 impronte giudicate "utili". I risultati sono stati verificati. Non hanno consentito di accertare alcun "match". Non hanno identità e, stando ai due specialisti incaricati il 17 marzo, non potranno mai averla.
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