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Cronaca
La ninidrina e le nuove tecniche. Come l'impronta "33" ha portato alla svolta nel caso Poggi
Ieri 21-05-25, 19:06
AGI - Un pezzo grosso del Ris autore della tesi di dottorato nel 2008 sulle impronte 'taroccate' e uno psicologo clinico di formazione che poi ha virato sulla criminologia e sullo studio delle tracce. Ecco il profilo del tenente colonnello Gianpaolo Iuliano, comandante della "sezione impronte" del Ris di Roma, e di Nicola Caprioli, i due esperti che, secondo la Procura di Pavia, potrebbero avere impresso una svolta nell'inchiesta che punta a riscrivere la storia dell'omicidio di Chiara Poggi. Sono loro ad avere attribuito, anche attraverso nuove potenzialità tecniche, come sottolineato dal procuratore Fabio Napoleone, l'impronta classificata dai Ris col numero 33 trovata sulla parete della villetta di via Pascoli, al palmo della mano destra di Andrea Sempio. Non lontano, qualche scalino più sotto, rispetto a dove venne trovato il corpo martoriato della ragazza. L'impronta, ritenuta nella consulenza dei Ris datata 2007 non utile, venne fotografata il 29 agosto di quell'anno ovviamente con gli strumenti dell'epoca, meno "raffinati", quanto a precisione, di quelli attuali. Quella 'reale' a distanza di anni non esiste più visto che la casa è stata ripulita e le pareti riverniciate. L'utilizzo della Ninidrina Inoltre all'epoca non si riuscì ad asportarla e si utilizzò un reagente, la ninidrina, per esaminarla e che le conferì un colore rosato. Il punto di partenza nella nuova inchiesta è stato il prelievo, effettuato in più riprese con diverse convocazioni di Sempio nella caserma dei carabinieri a Milano, delle impronte digitali dell'indagato. Poi si è lavorato sulle fotografie con due campionature delle impronte dell'amico di Marco Poggi. Sono stati utilizzati l'inchiostro e uno scanner ottico per confermare la riproducibilità delle 15 minuzie riscontrate. Alla fine delle operazioni, portate avanti anche attraverso nuove tecniche hardware e software, la conclusione è che sarebbero 15 i punti di corrispondenza tra l'impronta di Sempio e quella trovata sul muro. Il 5 settembre del 2007 i carabinieri del Ris asportarono dal muro "la parte della traccia completamente priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti dattiloscopici grattando l'intonaco con un bisturi sterile" per valutare se ci fossero tracce di sangue ma i due test diedero uno un esito dubbio, l'altro negativo.
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