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Il governo impugna il terzo mandato del Trentino. Salvini: "Questioni locali"
Oggi 20-05-25, 08:51
Il Consiglio dei ministri ha impugnato davanti alla Consulta la legge trentina che consentirebbe un terzo mandato al leghista Maurizio Fugatti. E in maggioranza si apre una faglia nonostante Matteo Salvini preferisca derubricare la faccenda a «questioni locali». Fonti vicine a Palazzo Chigi stemperano gli animi affermando che si tratta di una scelta tecnica: «Non si poteva fare altrimenti» e comunque non deciderà la premier ma la Consulta. La questione ruota intorno all'«armonizzazione» a cui anche le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome devono essere sottoposte. Una armonizzazione che, se tutto rimanesse com'è, salterebbe visto che, per esempio, avremmo il governatore del Veneto bloccato al secondo mandato mentre il Friuli ne avrebbe tre. Una lettura che però non convince la Lega trentina che replica: «Meloni poteva anche non impugnare». E non a caso Fugatti per oggi ha già convocato il direttivo provinciale del Carroccio trentino per capire le prossime mosse. Il ministro Tajani usa toni distensivi sottolineando come «il problema è di tipo giuridico e non personale». Aggiungendo che a prevalere, a suo giudizio, è «sempre la legge nazionale». Ergo: niente terzo mandato. Non la pensa così Riccardo Riccardi, assessore alla Sanità in Friuli Venezia Giulia in quota Forza Italia, che però, dicono i ben informati, Qualcuno potrebbe chiedersi cosa c'entra il Friuli e il Veneto con la questione Trentino. In realtà a ben vedere il messaggio lanciato da Meloni sulla questione Fugatti ha anche un altro destinatario: Massimiliano Fedriga. Il governatore del Friuli da tempo sta portando avanti una battaglia per il terzo mandato e se dovesse attendere la pronuncia della Consulta rischierebbe di precludersi un altro giro in Regione. L'unica possibilità sarebbe quella di farsi sfiduciare dalla giunta entro ottobre (alla scadenza dei due anni e mezzo di mandato), andare al voto, vincere e a quel punto avrebbe altri cinque anni davanti. Una strada che nessuno vorrebbe percorrere, né Fedriga, né la maggioranza. E a cercare di ricomporre la questione è il deputato Walter Rizzetto, coordinatore di Fratelli d'Italia in Friuli Venezia Giulia: «La frattura interna al centrodestra può essere ricomposta: con il buon senso si può ricomporre tutto». La riprova sta nel fatto che Fedriga, una volta saltato l'incontro di oggi a Venezia con Meloni, annuncia di voler venire giovedì a Roma per incontrare la premier. A proposito di Venezia, secondo alcune indiscrezioni, due giorni fa tutti i governatori, da Fedriga a Giani passando per Fugatti e Zaia, avrebbero firmato un documento in cui si dicono tutti d'accordo sul terzo mandato. «Meloni ha sbagliato il timing» è la voce che si rincorre fra i corridoi di Palazzo Balbi. Come se non bastasse in tutto questo incastro si inserisce anche la Regione Lombardia che Fratelli d'Italia vorrebbe contendere alla Lega. C'è chi dice che dietro alle dimissioni di Bertolaso, poi rigettate da Fontana, ci sarebbero pressioni proprio di FdI. Se la frattura non dovesse ricomporsi il rebus passerebbe in mano alla Consulta che, secondo i ben informati, potrebbe confermare la pronuncia fatta in occasione della sentenza sulla Campania. In quell'occasione si mettevano a confronto il Trentino sostenendo che, a differenza della Regione governata da De Luca, ha «una competenza primaria» sul tema. In tutto questo Salvini preferisce non entrare nel merito anche perché le partite nazionali in ballo sono tante. Dall'Autonomia al Ponte, che non a caso erano sul tavolo ieri a Palazzo Chigi insieme alla questione Fugatti, ma anche la legge elettorale sul modello di quella delle Regionali, che Lega e Forza Italia non vogliono.
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