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Il “diario di bordo” di Scuderi dalla Flotilla è fuori dalla realtà: vuoto pneumatico travestito da epopea
Oggi 02-10-25, 07:46
Va bene il pathos, tanto pathos. Ma quando si esagera tutto diventa un po' ridicolo e, quindi, definitivamente irrilevante. È il caso dell'onorevole Benedetta Scuderi, che ci sta raccontando l'avventura (si fa per dire) della Flotilla con accenti da romanzo epico, come se stesse vivendo una missione destinata a cambiare il corso della storia. In barca, si sa, il sole picchia forte. Forse proprio per quello Scuderi dice cose scollegate dalla realtà, figlie di un'esaltazione giovanilistica che diventa subito happening. Prendiamo il piano annunciato da Donald Trump alla presenza di Benjamin Netanyahu. Per Scuderi sarebbe «un patto coloniale, scritto da due maschi bianchi». A parte il ridicolo dell'affermazione, quei «due maschi bianchi» sono il presidente degli Stati Uniti e il primo ministro di Israele. Non esattamente due comparse, direi. E, soprattutto, Scuderi finge di non sapere che una dichiarazione congiunta (senza precedenti) dei principali ministri degli Esteri dei Paesi islamici sostiene quel piano. Restiamo al summit alla Casa Bianca. Secondo Scuderi «è stato un incontro sbilanciato, la nostra situazione non mi pare sia stata affrontata». Qui siamo oltre la barriera del suono. Davvero la Flotilla dovrebbe essere al centro dei pensieri dei Capi di Stato che cercano di disinnescare una crisi mondiale? Esprimersi così significa aver coltivato un'idea di sé talmente sproporzionata da smarrire ogni senso della realtà. Infine: «Siamo entrati nella Zona Rossa, a 120 miglia, la tensione è altissima. Se succede qualcosa blocchiamo tutto!». Qui le evocazioni di barricate si mescolano alle nostalgie del G8 di Genova, con il mito delle «zone rosse» che ancora infiamma gli animi. Ma è proprio in questo punto che la verità emerge: per Scuderi e compagni il tema non è Gaza, né la pace, né la sorte dei civili. È il minuto di gloria, l'azione dimostrativa da raccontare per anni, la foto da appendere in salotto come prova di un eroismo tanto sbandierato quanto inconsistente. La Flotilla non regge il peso delle parole che porta, o meglio che crede di portare. Politicamente parlando è un foglio di carta velina, fragile e pronto a strapparsi al primo vento. E Scuderi, con i suoi proclami esaltati, ne è l'emblema più autentico: una politica che si illude di scrivere la storia, ma in realtà riesce soltanto a recitare un copione di provincia, condito di retorica e nostalgia. Chi la ascolta può anche emozionarsi, ma chi guarda al Medio Oriente con serietà non può che constatare l'assoluta irrilevanza di questa missione, il suo vuoto pneumatico travestito da epopea. On. Scuderi, si ravveda, prima che sia troppo tardi. Può ancora tornare tra noi, sul pianeta maledetto del possibile. Lo diciamo per lei, da sogno a incubo ci vuole un attimo, poi sono dolori.
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