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Il libro dei sogni di Gualtieri: tutti al Tevere tra cinque anni
Ieri 12-09-25, 10:59
Sognare nel Paese del futuro è quasi un obbligo. Crederci è tutta un'altra storia. Così, a Osaka in visita al Padiglione Italia dell'Expo 2025, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri rilegge qualche pagina del suo libro "del vorrei" davanti al suo ristretto (e selezionato) seguito romano che fa, ovviamente, da gran cassa. «Entro cinque anni il Tevere sarà balneabile». Un desiderio già espresso, a dire il vero. Ma stavolta, forse per "condire" la notizia ci ha messo pure un tavolo interistituzionale in divenire con ministero e Regione Lazio. E poi ancora, prima di recarsi in visita al termovalorizzatore della città tra le più tecnologiche al mondo, ha promesso che «sui rifiuti Roma raggiungerà gli standard giapponesi» e infine, forse notando robot intelligenti che in Giappone ormai sono impiegati al pari di esseri umani, ha parlato di «Julia», l'assistente virtuale che da qualche mese aiuta turisti e cittadini (quelli che ne sono a conoscenza) nel districarsi tra vie e monumenti. Insomma come parlare di walkie talkie davanti a un I-phone di ultima generazione. Dall'altra parte del mondo, ovvero nella città che amministra, è tuttavia la notizia del Tevere a sollevare facili entusiasmi e ovvi razionalismi. Peccato che neanche più la Senna può fungere da faro da inseguire. È ancora fresca nei ricordi la clamorosa figuraccia delle Olimpiadi dello scorso anno, quando gran parte degli atleti finì in ospedale per i batteri del fiume. Debole anche il paragone con Tamigi e Danubio, "balneabili" sì, ma chi ha mai visto qualcuno nuotare in quelle acque, nel centro di Parigi, Londra, Vienna? E quanto costerebbe - ai romani - poi avere un Tevere "balneabile"? Considerato lo stato pietoso non solo delle acque ma delle banchine e delle discese per arrivarci. Rifiuti e baracche (altro che standard giapponesi), illuminazione assente e solo scale, alla faccia delle barriere architettoniche. Persino la pista ciclabile è spesso inagibile, figuriamoci con sdraio e ombrelloni. A differenza delle altre città con i fiumi "balneabili" poi, Roma ha il mare e l'alternativa a prendere il sole e fare il bagno nel Tevere (con insormontabili problemi di parcheggio poi) non sembra proprio allettante. «Sono nato qui. Si parla da sempre della riqualificazione del Tevere. Più che balneabile sarebbe meglio navigabile, usare il fiume come mezzo di trasporto, questo sì». Parola del «grattacheccaro» dell'Isola Tiberina. Vox populi...
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