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Il papà della Casellati insignito "eroe partigiano". Non ditelo alla sinistra...
Oggi 23-09-25, 19:16
Vincenzo Alberti, padre del ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati, sarà insignito del titolo di eroe partigiano per il suo impegno e l'attività di sostegno alla Resistenza. Lo riporta il quotidiano La Voce di Rovigo. Nelle scorse settimane, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi aveva espresso parere favorevole alla proposta di benemerenza al merito: “Le sue azioni costituiscono motivo di grande orgoglio per la polizia di Stato - ha dichiarato Piantedosi - e dimostrò luminoso senso di responsabilità, encomiabile zelo e notevoli capacità professionali”. Parole che, ancora una volta, smentiscono le polemiche mai sopite sulla presunta “nostalgia” del ventennio fascista attribuita alle forze politiche di centrodestra. Chi era Vincenzo Alberti Nato nel 1913 a Brancaleone Marina, in provincia di Reggio Calabria, Vincenzo Alberti ha dato un contributo decisivo alla causa del Comitato di liberazione nazionale a Rovigo. Già dirigente generale di pubblica sicurezza, e successivamente sottotenente dei carabinieri, quando era in servizio a Udine distribuì ai partigiani del posto le armi in dotazione all'Arma. Tornato a Rovigo, dove nel ‘42 ricopriva la carica di volontario vicecommissario aggiunto nella regia questura, riprese la propria posizione per “meglio servire la causa dei politici”. Come riporta ancora il quotidiano di Rovigo, in qualità di responsabile dell'ufficio politico, aveva accesso a informazioni importanti per la Resistenza. Tant'è che riuscì a sventare molte azioni repressive da parte del regime nei confronti di partigiani e antifascisti. L'arresto e le torture Alla Vigilia di Natale del 1944, Alberti venne arrestato e denunciato al Tribunale speciale della Rsi con l'accusa di aver favorito l'evasione e la fuga di un propagandista del Comitato di Liberazione Nazionale. Durante il periodo di detenzione subì atroci torture, ma ciononostante riuscì a mantenere un contegno degno del più alto elogio", come si evince dai documenti ufficiali dell'epoca. Il 25 aprile del 1945 venne liberato. Il giorno successivo venne nominato vicequestore con funzioni dirigenziali all'interno dell'ufficio politico della questura. Successivamente venne insignito del “Patriot certificate”. Nel 1962 fu nominato cavaliere dell'ordine al merito della Repubblica e nel 1976 ottenne la nomina di commendatore.
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