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Il piano dell'Egitto per la ricostruzione di Gaza in due fasi: cosa prevede
04-03-2025, 17:03
L'Egitto ha redatto un piano da 53 miliardi di dollari per ricostruire Gaza in cinque anni, concentrandosi su aiuti di emergenza, ripristino delle infrastrutture e sviluppo economico a lungo termine. È la bozza circolata, mentre si tiene al Cairo il vertice straordinario della Lega araba convocata per presentare un piano alternativo a quello del presidente Usa, Donald Trump. Due le fasi delineate nel piano egiziano: una fase di ripresa iniziale e una di ricostruzione. Il primo tempo, che dovrebbe durare sei mesi e costare 3 miliardi di dollari, si concentrerebbe sulla «rimozione di mine e ordigni inesplosi, la rimozione dei detriti e la fornitura di alloggi temporanei». Il Cairo propone di istituire sette siti designati all'interno di Gaza per ospitare oltre 1,5 milioni di sfollati in unità abitative temporanee, ciascuna delle quali può ospitare in media sei persone. Prevista anche la riparazione di 60.000 case parzialmente danneggiate per ospitare 360.000 persone. La seconda fase, quella di ricostruzione, durerebbe quattro anni e mezzo, divisi in due tempi: in un primo periodo, fino al 2027, con un budget di 20 miliardi di dollari ci si concentrerebbe sulla ricostruzione delle infrastrutture essenziali, tra cui strade, reti di servizi pubblici e strutture di servizi pubblici. A questo, si aggiungerebbe la costruzione di 200.000 unità abitative permanenti per 1,6 milioni di persone e la bonifica di 20.000 acri di terra. Nei successivi tre anni, per un costo stimato di 30 miliardi di dollari, si punterebbe a completare i progetti infrastrutturali, costruire altre 200.000 unità abitative e stabilire zone industriali, un porto e un aeroporto. Per finanziare il progetto, si punta a creare un fondo fiduciario supervisionato a livello internazionale per garantire fondi efficienti e sostenibili, nonché trasparenza e controllo. Il Cairo intende anche ospitare una conferenza ministeriale di alto livello per riunire Paesi donatori, istituzioni finanziarie internazionali e regionali, il settore privato e gruppi della società civile per garantire finanziamenti. Quanto alla delicata questione della gestione della Striscia, Il Cairo pensa a un comitato di amministrazione composto da tecnocrati e figure indipendenti sotto il governo palestinese per un periodo transitorio di sei mesi. Un passo per consentire all'Autorità nazionale palestinese di riprendere completamente il controllo, mentre Egitto e Giordania addestrano le forze di sicurezza palestinesi per gestire l'ordine a Gaza. Si prospetta inoltre una presenza internazionale, con una possibile risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu per schierare forze di peacekeeping o di protezione a Gaza e in Cisgiordania.
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