s

Il "ricatto" di Haftar: giallo in Libia, bloccati Piantedosi e delegazione Ue
Ieri 09-07-25, 07:39
«Persone non gradite». Con queste parole il Ministro Matteo Piantedosi, insieme agli omologhi di Grecia e Malta e al Commissario dell'Unione Europea per la Migrazione, Magnus Brunner, sono stati respinti all'aeroporto di Bengasi, in Libia, dove erano giunti nell'ambito di una missione del Team Europe, attraverso il quale Commissione europea e Stati membri lavorano in modo coordinato per massimizzare l'impatto delle rispettive strategie di cooperazione allo sviluppo. Ma dietro la ricostruzione ufficiale di quanto accaduto ieri a Bengasi, potrebbe esserci dell'altro. Secondo fonti informate, infatti, all'origine dell'incidente diplomatico ci sarebbe stata una sorta di "imboscata": all'aeroporto di Bengasi, al posto del generale Haftar, come inizialmente concordato e come da prassi in questi casi, ad accogliere la delegazione Ue si sarebbero presentati dei rappresentanti del cosidetto «Governo di Stabilità nazionale», di stanza nell'est del Paese e non riconosciuto dalla comunità internazionale. L'obiettivo del governo parallelo di Hammad, non dichiarato, era probabilmente quello di ottenere un riconoscimento formale, mostrandosi a giornalisti e fotografi al fianco delle delegazione Ue. Cosa che lo avrebbe posto allo stesso livello di quello di Tripoli. Ma, davanti alle resistenze opposte dai rappresentati europei, i libici avrebbero deciso di annullare la missione. Ad ogni modo, il risultato è stato il "respingimento" della missione Ue, con tanto di comunicato firmato dal premier del governo parallelo, Osama Saad Hammad. «La visita programmata dei Ministri dell'Interno delle Repubbliche di Italia, Grecia e Malta, e del Commissario europeo per le Migrazioni, insieme alla delegazione al loro seguito, è stata annullata al loro arrivo all'aeroporto internazionale di Benina, nella città di Bengasi. Sono stati debitamente informati dell'obbligo di lasciare immediatamente il territorio libico e sono stati dichiarati "persone non gradite"». Il governo di Bengasi ha accusato i partecipanti di aver violato «le norme diplomatiche stabilite e delle convenzioni internazionali, e attraverso azioni che dimostrano di ignorare la sovranità nazionale libica, nonché in violazione delle leggi interne libiche e del mancato rispetto delle procedure stabilite che regolano l'ingresso, la circolazione e la residenza del personale diplomatico straniero, come delineato nella circolare emessa dal governo libico». Un chiaro segnale, quello giunto da Bengasi, ribadito più volte nel corso della giornata di ieri: «Il governo - scrivono i libici - rinnova il suo appello urgente a tutti gli agenti diplomatici, ai membri delle missioni internazionali e alle organizzazioni governative e non governative affinché sostengano e rispettino la sovranità libica, attenendosi rigorosamente alla legislazione libica e alle convenzioni e norme internazionali che regolano le visite diplomatiche. Inoltre, sono esortati a interagire con il governo libico nel rispetto del principio di reciprocità, sancito dagli accordi, dai trattati e dalle consuetudini diplomatiche internazionali». La visita di Brunner in Libia, pensata allo scopo di avviare nuovi colloqui sulla migrazione, era stata annunciata a fine giugno. Il commissario per le Migrazioni, durante la sua precedente visita ad Atene, aveva espresso preoccupazione per il recente aumento delle partenze irregolari dalla Libia. Dalla capitale greca, il commissario aveva riferito che avrebbe adottato un approccio «fermo» con le autorità libiche perché la questione «ci preoccupa parecchio al momento». «Parlerò con lui appena possibile», ha risposto nel pomeriggio di ieri il vicepremier Antonio Tajani, interpellato dai cronisti prima di partecipare agli Stati generali del turismo organizzati da Forza Italia a palazzo Wedekind. Solidarietà ma anche critiche, invece, nel post apparso sul profilo X dal leader di Italia Viva Matteo Renzi: «Il Governo libico ha respinto il Ministro dell'Interno della Repubblica Italiana - ha scritto Renzi. Massima solidarietà a Matteo Piantedosi e profonda vergogna per come il nostro Paese gestisce la politica estera e le relazioni internazionali: non ci meritiamo certe figuracce globali».
CONTINUA A LEGGERE
6
0
0
Il Tempo
Ieri, 23:15
Il Psg stende il Real, finale Mondiale Club col Chelsea
Il Tempo
Ieri, 22:37
Chef Rubio, il post choc: rilancia l'arruolamento del braccio armato di Hamas
Il Tempo
Ieri, 22:13
Lovati scatena il caos: "Alle 11.30 tutti sapevano tutti dell'omicidio"
Il Tempo
Ieri, 22:00
Ue, Aurigemma: in Campidoglio l'evento "70 anni dopo la firma dei trattati di Roma"
Il Tempo
Ieri, 21:52
Zelensky dal Papa e Mattarella. E scoppia il caso dell'audio di Trump su Putin
Il Tempo
Ieri, 21:27