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Incidente sulla Colombo, a Roma l'ultimo saluto a Beatrice Bellucci
Ieri 31-10-25, 10:50
''Se siamo qui insieme è perché intendiamo affermare il primato della vita e del bene sulla morte e sul peccato''. Così padre Giulio Albanese, che ha celebrato l'omelia nella basilica dei Santi Pietro e Paolo all'Eur, durante i funerali di Beatrice Bellucci, la ventenne vittima del tragico incidente sulla via Cristoforo Colombo. ''Di fronte a questa tragedia, perché di una tragedia si tratta, questa non è solo una celebrazione per Beatrice, che personalmente ritengo sia già in paradiso, ma ha un significato importante per ciascuno di noi perché andiamo a riflettere sul senso della nostra esistenza'', ha detto Padre Albanese. Riferendosi al Vangelo di Matteo, il parroco ha ricordato che ''le beatitudini rappresentano il manifesto della cristianità. Queste sono parole sulle quali siamo chiamati tutti quanti a operare un serio, sano, esame di coscienza. Nel testo Gesù ripete per otto volte beati, parlando a questa umanità dolente del nostro tempo, che ha il cuore ferito e cerca luce nel buio. Di fronte alla morte improvvisa di Bea, perché così veniva chiamata, queste parole ci raggiungono come un soffio di consolazione e speranza. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio: Beatrice aveva un cuore limpido, capace di vivere in armonia con tutti e sorridere alla vita'' ha proseguito il sacerdote. Padre Albanese ha ricordato la telefonata fatta ieri sera con i genitori della giovane, Andrea e Teresa, definendosi commosso dalle loro parole: ''Una ragazza solare, in lei si rifletteva la bellezza di Dio, quella bellezza che crediamo stia contemplando con il Signore ora'' ha detto Padre Albanese. "Oggi piangiamo, e il pianto questa volta è vero e profondo - ha aggiunto - ma un interrogativo rimane: perché una giovane così carica di vita il Signore l'ha sottratta all'affetto dei suoi cari? Prima di chiederci dove è Dio, chiediamoci dov'è finita la nostra umanità. Chiediamo al Signore la forza di trasformare il dolore in impegno, perché tragedie come questa non si ripetano più''. Infine, un appello alla responsabilità civile: ''Come credenti e anche come cittadini siamo chiamati a dare il buon esempio, a rispettare la legalità quando si va in macchina o in motorino. La vita è sacra, e in questa città troppo spesso il codice della strada viene ignorato. Le leggi non vanno solo scritte ma rispettate: affermiamo il primato della prevenzione, questa è una responsabilità di tutti. Nessuno può dire: io non c'entro''.
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