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Israele-Iran, allerta massima in Italia tra "jihad globale" e Pro Pal
Oggi 14-06-25, 07:18
Da pro Palestina a pro Iran, passando per pro Hamas. Dopo l'attacco di Israele contro Teheran, la galassia antisemita passa dalla parte del regime degli ayatollah. Dai giovani palestinesi, passando per la rete studenti e l'unione degli universitari fino ai gruppetti della sinistra estrema e alla rete antisionista, si mobilitano per protestare ancora. Questa volta non è Gaza, ma Teheran. Tuttavia, l'obiettivo è sempre lo stesso. Sui profili social, infatti, si schierano a favore dell'Iran con post nei quali si legge: «Israele aggredisce l'Iran con il supporto dell'Occidente». E ancora: «Israele aggredisce l'Iran. Pericolo sionismo per il mondo». Oggi alle 11, invece, è prevista una manifestazione davanti all'ambasciata egiziana, organizzata dalla rete antisionista, mentre martedì 17 alle 18.30 gli stessi si prefiggono di raggiungere l'ambasciata israeliana per «fermare l'escalation terrorista d'Israele». Sale dunque la tensione intorno ai luoghi sensibili della comunità ebraica e non solo. Israele, dopo i raid militari condotti ieri contro obiettivi nucleari e militari iraniani, attraverso il ministero degli Esteri ha disposto la chiusura di tutte le missioni diplomatiche nel mondo e la sospensione dei servizi consolari. Il ministero, inoltre, ha invitato tutti gli israeliani all'estero a compilare un modulo online per comunicare la propria posizione e condizione attuale, al fine di agevolare eventuali operazioni di assistenza. Ma nel mirino, questa volta, potrebbero esserci anche gli Stati Uniti che già hanno messo in sicurezza basi, ambasciate e contingenti nella regione Mediorientale. In Italia l'allerta è ai massimi livelli già dopo il 7 ottobre 2023, quando Hamas attaccò Israele, ma adesso l'Iran promette di lanciare una «jihad globale» che potrebbe travalicare i confini del Medio Oriente. Il ghetto di Roma e tutti i siti sensibili ebraici avranno una sorveglianza rafforzata che riguarderà anche le sedi diplomatiche e gli interessi degli Usa. L'Antiterrorismo, infatti, lavora su vari aspetti della minaccia. In Europa e in Italia, spiegano fonti qualificate, risiedono molti iraniani e non tutti sono dissidenti. E anche questi ultimi potrebbero avere problemi se indicati come possibili «collaborazionisti dei sionisti». Un quadro complicato, dunque, che ha spinto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a convocare al Viminale il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica. «Ogni volta che si verifica una tensione di carattere internazionale è fisiologico che si attivi tutto il circuito logistico e di forze di polizia. In giornata incontreremo Meloni e verrà istituito un Comitato nazionale per la sicurezza e l'ordine pubblico di modo da monitorare con attenzione la situazione», ha detto il ministro dell'Interno prima del vertice. Sulla possibilità che le tensioni in Iran possano portare a un aumento dei flussi migratori, il Ministro si è detto dubbioso: «É uno scenario critico sotto tanti aspetti, ma al momento non lascia intravedere riflessi sotto questo punto di vista». In ogni caso, durante il Comitato ha deciso il rafforzamento dei dispositivi di sicurezza per tutti gli obiettivi sensibili riconducibili ai Paesi coinvolti nella crisi in atto, oltre che l'ulteriore affinamento e potenziamento di tutte le attività di prevenzione. PosizioL'ora In cui è scattata l'operazione dell'esercito israeliano «Leone nascente» In basso il ghetto di Roma ne assunta anche dalla Prefettura di Roma che nel pomeriggio ha convocato una riunione tecnica di Coordinamento delle Forze di Polizia, presieduta dal Prefetto, Lamberto Giannini. Al termine, «é stato pertanto disposto un immediato rafforzamento delle misure di prevenzione e dei dispositivi di vigilanza. La situazione- si legge in una nota - continuerà ad essere costantemente monitorata e il tavolo di coordinamento rimane attivo per ogni ulteriore aggiornamento o necessità, pronto a riunirsi tempestivamente in qualsiasi momento».
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