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Jurassic Pd, rispunta pure Occhetto: "Diventate maggiorenni". Che mazzata a Schlein e Conte
Oggi 15-11-25, 09:19
Achille Occhetto, segretario dell'addio al comunismo della sinistra che aspirava al governo, si accoda a Romano Prodi e agli altri mostri sacri della galassia dem per indicare la rotta e dettare la linea. "Io comincio a intravedere nella società un'articolata e sempre più forte avversione alle politiche economiche e sociali del governo. E mi sembra che le varie sinistre, anche quelle più moderate, siano in campo e lottino, sia pure tra molte difficoltà. Per questo non concordo con il diffondersi di un generico scetticismo che fornisce solo vaghe allusioni e illusioni politiciste", afferma l'ultimo segretario del Pci in un'intervista a Repubblica. "C'è ancora un colpevole ritardo nel presentare, hic et nunc, una proposta unitaria di governo e nell'assumere davanti al Paese un esplicito impegno a correre insieme alle prossime elezioni nazionali. E ciò perché non si è compresa la gravità di un frangente storico che sta minando i valori fondamentali. Ci sono momenti inderogabili in cui la fantasia politica può aiutare i diversi a trovare le ragioni di uno sforzo comune, volto a salvare la democrazia, aggiunge. "L'unità dovrebbe essere una ambizione comune a tutte le forze del progresso militante. Da più parti si sottovalutano i rischi crescenti che stiamo correndo su scala europea e mondiale. Il Pd dovrebbe far capire a tutti che in gioco non è l'alternativa di sinistra, ma un'ampia 'alleanza democratica' a tutela dello Stato di diritto". Finita qui? Neanche per sogno. "Alcuni dei principi costituzionali - insiste Occhetto - a partire dall'equilibrio fra i poteri dello Stato, sono sotto attacco. Per cui il mio consiglio è: si apra subito il cantiere del programma per concordare i punti su cui impegnarsi in modo unitario, e quelli su cui invece mantenere sensibilità proprie. Avendo ben chiare due cose: un programma di governo non può contenere tutte le aspirazioni di ciascuna forza politica. E deve definire le priorità. L'anello da afferrare saldamente è il tema della centralità del lavoro, collegato alla redistribuzione della ricchezza, per abbracciare in un unico destino i miserabili e i dimenticati, assieme al lavoro materiale e intellettuale sempre più povero, al ceto medio declassato, al mondo produttivo e delle imprese". Quanto alla scelta del leader della coalizione di centrosinistra, "la difficoltà - spiega Occhetto - sta nel fatto che non si sa quale metodo adottare. La destra ha un leader riconosciuto, anche se con riluttanza da Salvini, perché ha stabilito che è il capo del partito più votato. La sinistra non l'ha ancora accettato. Ma così non se ne esce. Dovrebbero diventare tutti maggiorenni. Avere lo spirito dei federatori. Per me, se si opta per il leader di uno dei partiti in lizza, il modello non può che essere quello del tutto razionale della destra. Quindi, si riuniscano al più presto e, se non concordano sul metodo, allora decidano di concordare su un altro candidato. Se non sono d'accordo nemmeno su questo, si torna al modello della destra. C'è un'altra soluzione? Sarei felice di conoscerla. Insistere coi ballon d'essai mi sembra ridicolo. Una pacchia per gli avversari!", conclude.
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