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La bugia dell'Islam democratico
Oggi 22-05-25, 08:00
Ieri mi hanno riempito di insulti per un nostro titolo di prima pagina: «Dal velo alla fatwa - l'Imam fa lezione ai nostri bambini». La cosa che fa ridere per non piangere è che non si sono arrabbiati per la parola velo o la parola fatwa, che sintetizzavano la lezione di islamismo radicale che i ragazzini delle scuole si sciroppano dagli imam musulmani che trasformano le visite in una moschea in comizi dove si difende una cultura che sopraffa la donna e con la democrazia non ha nulla a che vedere. Si sono offesi per la parola «nostri». Se l'avessi immaginato l'avrei scritta a caratteri cubitali. Perché quel nostri non significa «italiani» (che poi anche se fosse che male ci sarebbe), significa laici e democratici. Noi non portiamo i turisti nelle chiese a confessarsi e a dire Ave Maria o Paternoster. Non portiamo gli alunni sotto gli affreschi della Sistina a spiegare il matrimonio cattolico o l'eucarestia. Ma a godere l'arte rinascimentale che ha reso grande la storia dell'Italia attraverso la raffigurazione religiosa dell'epoca. Per cui se ci fosse integrazione l'Islam diventerebbe come noi. Invece qui siamo noi che dobbiamo diventare come loro.
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