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Meloni: no a truppe in Ucraina e green deal. E in aula smaschera Schlein e Conte
Ieri 22-10-25, 21:07
Sostegno a Kiev "fermo e determinato" fino al raggiungimento di una pace "giusta". Ma nessun soldato italiano sul territorio ucraina. Maggiore pressione sulla Russia, con il diciannovesimo pacchetto di sanzioni. Ma cautela sugli asset russi congelati, nel "rispetto del diritto internazionale e della stabilità delle economie Ue". Sì al riconoscimento dello Stato palestinese. Ma solo quando Hamas sarà disarmata ed esclusa da ruoli di governo. Nelle comunicazioni alla Camere alla vigilia del Consiglio europeo di domani e in vista del vertice dei 'Volenterosi' in programma venerdì, la presidente del Consiglio ribadisce e fissa la linea del governo. In Aula, ricorda i tre anni compiuti dal suo esecutivo e rivendica: "L'Italia è forte di un ritrovato protagonismo internazionale". Poi snocciola le questioni al centro del tavolo europeo, dalle crisi internazionali agli investimenti in difesa, fino agli interventi sul clima. Sui cui la premier non risparmia critiche e riserva anche un 'no' all'Europa. Prima al Senato e poi alla Camera, non si sottrae al duello con le opposizioni, che attacca sia sulle piazze pro-Pal che sulle scelte economiche del passato. In particolare a Montecitorio, è serrato il botta e risposta con i leader dei principali partiti di opposizione, Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Al primo ricorda che "le banche hanno accumulato crediti fiscali per effetto del superbonus e della famosa potenza di fuoco con cui avete consentito che gli istituti di credito rinegoziassero i crediti concessi alle famiglie alle imprese. Quindi hanno collezionato profitti grazie al Movimento 5 Stelle". Alla seconda ricorda di aver "detto che in Italia sono a rischio la libertà e la democrazia a causa di un governo di estrema destra, e subdolamente lo ha accostato all'attentato al giornalista Sigfrido Ranucci. Sono dichiarazioni gravissime, non perché il problema sia criticare il governo all'estero, ma perché questo vuol dire gettare fango e ombre sull'Italia", che "l'Italia rischia di pagare". Le repliche non si fanno attendere. "Presidente Meloni, lei con l'economia proprio ci litiga: oggi si è fatta spiegare male come le banche accumulano mega utili. Glielo spiego io: se la Bce aumenta i tassi di interesse il sistema bancario li scarica su famiglie e imprese. Lei doveva prelevare da lì per redistribuire agli italiani in sofferenza", afferma Conte che consegna alla premier il libro 'Governo Meloni: 3 anni di tasse', preparato dal Movimento 5 Stelle. Quanto a Schlein, afferma di non voler cadere nella trappola: "So dove mi aspetta, ma non decide lei cosa dice opposizione", risponde, aggiungendo che "ai lavoratori del ceto medio state dando meno di quanto togliete con il drenaggio fiscale, fate due conti", perché "lei da tre anni racconta un film a colori mentre l'Italia vive in bianco e nero". Per il resto è una Meloni a tutto campo, attesa da tempo all'appuntamento con l'Aula, che comincia dalla questione mediorientale. Dopo il summit di Sharm el Sheikh, la premier loda il Piano Trump, "la cui realizzazione costituisce la pietra angolare per un futuro di pace". Per raggiungere l'obiettivo, però, "Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese". Insieme al disarmo dell'organizzazione palestinese, sono le due "precondizioni" poste dalla premier affinché l'Italia possa procedere al riconoscimento dello stato di Palestina. Italia che intanto, spiega Meloni, è impegnata a incrementare il flusso di aiuti verso la Striscia di Gaza. In attesa degli sviluppi di una situazione complessa, la premier si dice comunque pronta ad aumentare il numero di carabinieri impegnati nella formazione della polizia palestinese e a partecipare al 'Board of peace'. Poi la frecciata alle opposizioni sulle piazze: "La maggioranza dei cittadini sa ancora distinguere tra il cinismo sbandierato a favore di telecamera e la solidarietà vera e silenziosa". Poi alla Camera ripete "che vi siete rifiutati di sostenere il piano di pace degli Stati Uniti poi sottoscritto anche da Hamas. Quindi siete stati più fondamentalisti di Hamas", dovendo incassare la risposta ancora di Conte: "Ci risparmi queste ignobili lezioni, perché lei è stata complice, nel silenzio, di un governo genocida. Ma è quello ucraino il fronte più caldo che i leader europei si troveranno ad affrontare a Bruxelles. Dopo il video rilanciato da Trump, e in vista della riunione dei 'Volenterosi' con Volodymyr Zelensky, Meloni tiene a ribadire: "Sull'Ucraina la posizione dell'Italia non cambia e non può cambiare". E insiste: "Nessuna decisione sull'Ucraina può essere presa senza l'Ucraina, e nessuna decisione sulla sicurezza europea può essere presa senza l'Europa". Ma tutto ciò non è abbastanza per la premier. Che richiama la necessità di "proseguire il lavoro con Stati Uniti, che devono essere parte integrante degli sforzi per definire garanzie di sicurezza credibili". Insomma, Meloni tiene insieme il campo europeo e quello statunitense. "Quando Putin provoca con i droni è l'Occidente sotto attacco", precisa. Occidente che viene richiamato anche sul nodo dazi, quando la premier rimarca di "aver usato la sua autorevolezza" per difendere la sua unità. E di colonna europea dell'Alleanza atlantica parla anche quando il tema è quello delle spese per la difesa. "L'Europa in questi anni non ha fatto spesso la sua parte", sottolinea. E delineando l'impegno italiano per la difesa, "per essere sovrani e non subalterni", Meloni ricorda il percorso di adesione al fondo Safe "per non distrarre risorse da altre priorità". Ma dall'Aula del Senato arriva un contraccolpo dalla maggioranza. La Lega, con Claudio Borghi, si dice contraria. "Le spese militari - insiste il senatore - vengano fatte a partire dalla sicurezza interna, altrimenti non è spiegabile ai cittadini che per la sanità non ci sono soldi e per i missili sì". E Meloni in replica, risponde: "Non è esattamente così". Illustra gli investimenti in sanità e chiede subito di aprire un dibattito per "rendere permanente la flessibilità Patto di stabilità con riferimento agli investimenti in questo settore". Altro terreno delicato per il Consiglio europeo è quello delle iniziative per il clima. E Meloni, sul tema, non nasconde riserve e contrarietà. "L'Italia - spiega - non potrà sostenere la proposta della Commissione di revisione della legge clima europea, così come formulata a ora, a maggior ragione se non sarà accompagnata da un vero e sostanziale cambio di approccio". La premier, in replica, insiste: "L'Europa ha sbagliato molto in passato". E si impegna a fare pressing per un "cambio di rotta". Infine avverte: "Non sono favorevole ad allargare il voto a maggioranza all'interno delle istituzioni europee. Sarebbe utile per l'Ucraina, ma varrebbe anche per molti altri temi. E su molti altri temi le posizioni della maggioranza potrebbero essere abbastanza distanti dalle nostre e dai nostri interessi nazionali. E la mia priorità rimane difendere gli interessi nazionali italiani".
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