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La Lega e il finto dossier sulla 'ndrangheta costruito per infangare Salvini
Oggi 01-12-25, 07:13
L'ossessione spasmodica degli spioni per la Lega, così compulsiva da saccheggiare le banche dati alla ricerca di qualsiasi appiglio per attaccare Matteo Salvini. Dai 49 milioni passando per la Russia, fino all'ombra della 'ndrangheta sul Carroccio, attraverso una mole di file trafugati dall'exploit alle Politiche del 2018, che aveva consacrato Salvini come il leader più amato del centrodestra. Ciò che emerge dalle oltre 7mila pagine dell'inchiesta sul dossieraggio all'Antimafia, quel verminaio che si era instillato nel tempio sacro della legalità, delinea il più grande scandalo della Repubblica. Una fabbrica di dossier illegali con al centro l'ex finanziere Pasquale Striano, il quale setacciava il sistema analisti per spiare i politici del centrodestra su richiesta dei cronisti di Domani Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia, definiti "istigatori" delle condotte dell'infedele servitore dello Stato, al quale commissionavano le ricerche di migliaia di documenti coperti da segreto, attraverso cui cucinavano poi gli scoop pubblicati in prima pagina per colpire gli avversari politici. Primo tra tutti Salvini, leader del partito più dossierato. Sebbene Il Tempo, già dal marzo del 2024, abbia ricostruito in esclusiva le innumerevoli Sos trafugate dal finanziere e la lunga lista di articoli preparati grazie ai file illeciti, ora che si è arrivati alla conclusione delle indagini e a un processo alle porte per Striano, per i tre cronisti e per l'ex pm Antonio Laudati, emerge un'incredibile mole di documenti sul Carroccio, saccheggiati da Striano e inviati ai giornalisti tra il 21 maggio 2018 e il 21 ottobre 2022. Gli approfondimenti del procuratore aggiunto di Roma Giuseppe De Falco e della pm Giulia Guccione hanno portato alla luce, tra le varie contestazioni agli spioni accusati di accesso abusivo alle banche dati e rivelazione del segreto, come dietro sei cartelle contenute in una sola mail inviata da Striano a Tizian il 10 giugno 2019 con oggetto «pagliuso... troverai omonimi», si nascondessero ben 159 file su decine di affiliati alla criminalità organizzata calabrese. Rapporti dell'Antimafia, intercettazioni, denunce, richieste di custodie cautelari, verbali di interrogatori e sentenze, che nulla avevano a che vedere con la politica. Una selezione frenetica, che coincide con la crisi del governo gialloverde e che, secondo gli inquirenti, avveniva per soddisfare le richieste dei cronisti, considerati non più dei semplici richiedenti informazioni, ma "istigatori" degli accessi abusivi. Insomma, il team della giudiziaria di Domani ordinava a Striano quale politico spiare e il finanziere trafugava qualsiasi report utile a confezionare i dossier, da tenere nel cassetto all'occorrenza. È così che è stata messa in atto la macchina del fango contro Salvini, martellando la Lega prima con una campagna serrata sui 49 milioni e poi addensando sul partito l'ombra della criminalità. Da quei 159 file su Pagliuso, un nome che pesa perché ritenuto affiliato alla 'ndrangheta, gli spioni hanno estrapolato un'intercettazione registrata mentre Salvini era in tour in Calabria per festeggiare la vittoria elettorale del 4 marzo 2018. E l'hanno usata nella calda estate del 2021 per lanciare la bomba su Domani: «La 'ndrangheta vota Lega: ecco i verbali dei boss», firmato dal direttore Emiliano Fittipaldi e da Tizian. Pagliuso intercettato dice di avere votato per il candidato del Carroccio Domenico Furgiuele, aggiungendo di essersi recato nell'abitazione del fratello del politico «il giorno prima che venisse Salvini». Una calda estate che ha visto anche uno scontro tra l'Antimafia e la Procura di Milano, quando il 4 giugno 2021, uno dei tanti dossier illegali sulla Lega diventati esclusive sul quotidiano, apre un'accesa diatriba tra l'allora procuratore capo antimafia Federico Cafiero De Raho, il quale sostiene di non essersi mai reso conto che sotto la sua guida operasse un verminaio, e il procuratore milanese Francesco Greco. Una delle migliaia di Sos che il finanziere ha estratto illegalmente era stata pubblicata platealmente nell'articolo "I conti segreti della Lega gestiti dai commercialisti condannati". E la precisione di quelle informazioni riservate aveva mandato su tutte le furie Greco, il quale, di fronte alla scoperta di una relazione informativa della Dna riguardante i flussi finanziari del Carroccio, aveva chiesto lumi a De Raho, per capire «a che titolo la Dna potesse condurre indagini su contesti non afferenti i compiti istituzionali». Quell'inchiesta, infatti, non poteva essere di competenza di via Giulia, visto che non aveva attinenza con questioni di mafia o terrorismo. Senza contare che Greco non era stato informato dell'attività abusiva e aveva scoperto il dossier illegale di Striano direttamente su Domani.
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