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La rete che rende possibile la transizione energetica
Oggi 22-12-25, 17:56
La transizione energetica non dipende soltanto da quanta energia rinnovabile installiamo e accumuliamo: dipende dalla rete elettrica che questa energia deve ricevere, gestire e distribuire ai consumatori. In Italia la sfida è enorme e la rete di distribuzione - quella che collega milioni di utenti finali - è sempre più centrale nel nuovo paradigma energetico. Senza una rete moderna, digitale e resiliente, l'integrazione delle rinnovabili e l'elettrificazione dei consumi rischiano di rallentare o creare inefficienze nel sistema. La rete: da infrastruttura passiva a sistema attivo Per decenni il sistema elettrico è stato caratterizzato da grandi centrali termoelettriche che producevano energia in maniera prevedibile e la immettevano in rete seguendo un flusso unidirezionale verso i consumatori. Oggi la situazione è completamente diversa. Con l'aumento delle fonti rinnovabili - eolico e fotovoltaico - la produzione è diffusa, variabile e molto più capillare sul territorio. Ciò comporta due trasformazioni profonde: la prima riguarda la produzione, che non è più concentrata ma distribuita, spesso direttamente dai consumatori che diventano prosumer, cioè consumatori che producono energia (ad esempio da impianti fotovoltaici domestici); l'altra è che la generazione non è più monodirezionale, ma la rete deve saper gestire flussi bidirezionali di energia, integrando in tempo reale produzione variabile e domanda degli utenti. In Italia i prosumer sono ormai circa 2 milioni, di cui 1,8 milioni collegati alla rete di e-distribuzione. Solo nel 2024 si sono aggiunti 280 mila nuovi prosumer per un totale di 5,1 GW di potenza connessa. Un segnale chiaro di un sistema che non “trasporta” più solo energia ma la governa attivamente. Investire sulla rete: cosa cambia in tre anni Per rispondere a questa complessità, servono due leve insieme: investimenti sulle infrastrutture, quindi un potenziamento fisico, e un forte salto nella gestione digitale (o “smart”). La rete italiana gestita da e-Distribuzione, società del Gruppo Enel principale distributore elettrico del Paese, si estende per oltre 1,2 milioni di chilometri, con circa 450 mila cabine secondarie e 2.500 primarie e centri satellite. Su questa base operativa si innestano le strategie di innovazione. Nel Piano Industriale 2025-2027, il Gruppo guidato da Flavio Cattaneo assegna 26 miliardi di euro al suo business Grids: di questi, 16 miliardi (pari al 62%) sono destinati alla rete di distribuzione italiana. La spesa prevista copre sviluppo infrastrutturale (11 miliardi), connessioni clienti (3,5 miliardi) e manutenzione (2 miliardi). Una parte significativa di questi fondi - oltre 5,3 miliardi - è dedicata all'elettrificazione dei consumi, mentre 1,2 miliardi vanno ad aumentare la cosiddetta hosting capacity, cioè la capacità della rete di integrare maggiori quantità di energia rinnovabile senza compromettere la stabilità del sistema. Parallelamente, circa 12 miliardi saranno investiti per digitalizzare e rafforzare le infrastrutture, adottando tecnologie come sensori avanzati, sistemi di monitoraggio in tempo reale e algoritmi di intelligenza artificiale per l'ottimizzazione operativa. Smart grid e AI: la rete che pensa e si adatta Le smart grid - reti intelligenti - rappresentano il laboratorio in cui si combinano tecnologie digitali e fisiche per aumentare affidabilità, flessibilità ed efficienza del sistema. Anzitutto, una smart grid è capace dialogare con contatori intelligenti, raccogliere dati di consumo in tempo reale e ottimizzare i flussi. Sa modulare la domanda nei momenti di picco attraverso segnali digitali e riesce a integrare servizi di flessibilità forniti da utenti, prosumer e aggregatori energetici; infine, è in grado di automatizzare le manovre di rete per minimizzare disservizi. In città come Genova e Matera si stanno già sperimentando progetti di rete digitale con tecnologie che permettono di identificare e isolare rapidamente i guasti, ridurre i tempi di interruzione e aumentare la qualità della fornitura. Resilienza e cambiamento climatico Un altro fronte è la resilienza della rete agli eventi climatici estremi. I cambiamenti climatici stanno aumentando la frequenza e l'intensità di eventi meteorologici avversi, che mettono sotto stress tutta l'infrastruttura di distribuzione. Nel 2022 si è osservato un aumento degli eventi estremi di quasi il 20% rispetto alla media del decennio e l'Italia guida in Europa quanto a perdite economiche pro capite legate al clima. Per questo è stato definito un Piano Resilienza specifico, con circa 3 miliardi di euro destinati a rafforzare strutture e tecnologie per far fronte a condizioni operative più impegnative. La transizione energetica è una partita che si gioca tanto sulle fonti rinnovabili quanto sulle reti intelligenti che le collegano a milioni di utenti. La digitalizzazione, l'AI e gli investimenti infrastrutturali in una rete sempre più resiliente sono la base per trasformare l'energia del futuro in un sistema sicuro, efficiente e sostenibile.
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