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La sentenza dell'Appello bis per l'omicidio di Willy: ergastolo e 28 anni ai fratelli Bianchi
Oggi 14-03-25, 14:56
Condanna all'ergastolo per Marco Bianchi e a 28 anni per il fratello Gabriele. E' questa la sentenza dei giudici della Corte di Assise di Appello nel processo d'Appello Bis sull'omicidio di Willy Monteiro Duarte, il ventunenne ucciso durante un brutale pestaggio a Colleferro la sera del 6 settembre 2020. La procura generale aveva chiesto la condanna all'ergastolo per entrambi, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche che, con la sentenza, sono state invece riconosciute a Gabriele. Al nuovo processo di Appello si è arrivati dopo che la Cassazione ha riconosciuto per tutti la responsabilità penale per omicidio volontario e ha disposto il nuovo giudizio limitatamente alle attenuanti generiche, che erano state riconosciute ai fratelli Bianchi nel primo processo di Appello, facendo scendere la condanna per i due dall'ergastolo a 24 anni. Sono già definitive invece le condanne per gli altri due imputati, 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli. «Noi non siamo dei mostri, chiediamo scusa alla famiglia di Willy per il dolore che prova e per quello che è avvenuto», le parole al processo dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi. I fratelli Bianchi avevano infatti deciso di parlare in aula. «Non l'ho colpito. Io morirò in carcere, ma non ammetterò mai» un reato che non ho commesso «Willy non l'ho colpito. Questo è certo e non dirò mai una cosa per un'altra», ha spiegato Gabriele Bianchi. «Sono addolorato per la morte di Willy tanto che sto frequentando un corso per la giustizia riparativa. A me dispiace intensamente per quello che è successo, farei di tutto» per cambiare le sorti di quella notte. «Oggi sono una persona migliore e lo sto dimostrando in tutti i modi: mi sto anche laureando e in carcere vado d'accordo con tutti. Spero di abbracciare mio figlio fuori dalle mura del carcere. Vorrei ringraziare le persone che mi sono state accanto, soprattutto la madre di mio figlio», ha poi aggiunto il giovane guardando la compagna che si è più volte commossa. Gabriele Bianchi ha affermato poi di «voler chiedere scusa alla famiglia di Willy». Marco Bianchi, collegato in videoconferenza dal carcere, ha spiegato invece di «aver tirato un calcio» a Willy. «Mi dispiace per quanto avvenuto. Io ho dato un calcio e sono addolorato di aver causato dolore alla famiglia di Willy, sono responsabile del mio calcio. Non mi nascondo – ha aggiunto -. Mi dispiace che mio fratello è stato coinvolto in questa situazione, ma lui non ha mai toccato Willy. Mi dispiace per tutto. Non siamo però quei ragazzi che hanno descritto». Marco Bianchi ha poi spiegato di «non aver mai toccato Willy quando era a terra. Pago la mia responsabilità. Chiedo scusa, ma non siamo i mostri descritti». La procura generale di Roma aveva chiesto la pena dell'ergastolo per i due fratelli nell'udienza che si è svolta lo scorso 17 gennaio.
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