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Landini lancia lo sciopero contro le tasse più basse. Meloni ironizza: “Chissà il giorno...”
Oggi 08-11-25, 07:54
Tagliare le tasse al ceto medio. E restituire a quella fascia di lavoratori che mandano (da sempre) avanti il Paese un po' di potere d'acquisto. Per dare maggior vigore ai consumi. Sono interminabili gli articoli di giornale, gli interventi di docenti universitari, le analisi di esperti di finanza che sostengono come questa sia la formula magica per dare un nuovo sprint al Paese. Dopo tre anni, nel corso dei quali il governo di centrodestra ha cercato di aiutare le fasce più deboli, è (finalmente) giunto il momento anche della middle class. Tutti d'accordo con la manovra quindi? Macché. Maurizio Landini, Leader Maximo della sinistra italiana, ha deciso di proclamare l'ennesimo sciopero. L'assemblea dei delegati della Cgil ha deciso di manifestare il 12 dicembre contro la legge di bilancio del Governo. «Riteniamo che questa sia una manovra ingiusta, sbagliata e la vogliamo cambiare - ha affermato Maurizio Landini - L'emergenza fondamentale in questo momento è il salario: c'è bisogno di aumentare i salari, questa manovra non lo fa». Ma il capolavoro della Cgil sta in un'affermazione che, in un sol colpo, smentisce la stragrande maggioranza degli economisti italiani. Resa alla stampa nel corso di un'iniziativa del sindacato a Firenze da Fulvio Fammoni, presidente dell'assemblea generale Cgil. «Scioperiamo contro una legge di bilancio sbagliata e contro tutti i provvedimenti che si sono affastellati in questi anni. Una manovra che premia i più ricchi e non i più poveri, che incentiva le diseguaglianze e che prevede una crescita sostanzialmente zero». Per comprendere, a pieno, la deriva popolulista e vetero marxista di Landini e soci, serve fare un passo indietro. La norma della discordia presente nella Finanziaria riguarda la sforbiciata delle aliquote Irpef, dal 35 al 33% per i redditi tra i 28 e i 50mila euro. Per intendersi: Landini ha definito, de facto, «ricco» un impiegato che si porta a casa duemila, duemilacinquecento euro netti al mese. Con i quali deve pagarsi affitto, mutuo e bollette. Non esattamente il profilo dell'Aga Khan. «Il taglio di due punti percentuali della seconda aliquota Irpef, porterà un beneficio medio di 230 euro a oltre 14 milioni di contribuenti e di circa 276 euro per 11 milioni di famiglie, con punte di risparmio che arrivano fino a 430 euro l'anno – ha ricordato Maurizio Casasco, deputato di Forza Italia- Si tratta di un risultato importante che va nella direzione giusta: restituire potere d'acquisto a lavoratori e famiglie e sostenere la crescita». Il Presidente del Consiglio, sui propri social, ha ironizzato sull'ennesima manifestazione. «Nuovo sciopero generale della Cgil contro il governo annunciato dal segretario generale Landini. In quale giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?». Lo ha scritto Giorgia Meloni, aggiungendo l'emoticon della faccina perplessa, sarcastico riferimento alla data scelta dal sindacato, che cade di venerdì. Una critica già espressa a inizio ottobre dalla presidente del Consiglio quando, in occasione dello sciopero per Gaza, disse che «il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme». Il medesimo sarcasmo è stato usato anche da Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. «La Cgil annuncia sciopero generale il 12 dicembre. E chissà come mai, proprio di venerdì. Invitiamo Landini, per una volta, a rinunciare al weekend lungo e organizzare lo sciopero in un altro giorno della settimana». Caustico anche il commento di Carlo Calenda, leader di Azione. «Sono contento che finalmente Landini abbia convocato uno sciopero contro la deindustrializzazione del settore automotive ad opera dell'editore di Repubblica, Elkann. Finalmente con coraggio ha rotto il tabù di una sinistra che ha spesso preferito i finanzieri agli operai. Bravo Maurizio. Perché è su questo lo sciopero del 12 vero?». Non serve essere un veggente per comprendere come, tra i (veri) motivi di questo sciopero, ci sia il tentativo di Landini di non farsi sorpassare a sinistra. In primis, dalla coppia di amici di Hamas formata da Francesca Albanese e Greta Thunberg, in piazza a Genova il prossimo 28 novembre per lo sciopero Usb contro la «manovra di guerra».
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