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Lazio, il solito epilogo senza lieto fine
02-02-2024, 14:44
IL «rinforzino», la Lazio si arrende al finale già scritto più volte. Tutto fatto per l'esterno Kent, inglese del Fenerbahce, un ripiego intendiamoci che, comunque, sarebbe stato utile per aiutare Sarri. Invece, la solita beffa a pochi minuti dal gong con i tifosi che si erano accontentati pur di non vedere la casella degli acquisti di gennaio desolatamente vuota. Un altro flop del presidente Lotito che, perso il parafulmine Tare, ha mostrato quanto la sua gestione sia approssimativa e tardiva. Per carità, i risultati sono miracolosi però la ripetitività degli errori mostra un sospetto gusto del piacere nel deludere la passione della sua gente. Ora è chiaro, più di questo non si può fare, per volontà o possibilità, ogni finestra di mercato è una stazione della via crucis. La Lazio aveva bisogno di un rinforzo in quella zona di campo con la batteria degli esterni d'attacco sempre più in crisi di gioco e di identità ma non è arrivato nessuno mentre le concorrenti per la zona Champions (Napoli e Roma su tutte) hanno scelto di mettere più soldi a gennaio per andare in paradiso. Investire per riprendere a fine campionato, concetti sconosciuti a questa proprietà. Ora tocca a Sarri e alla squadra ma è dura. Con Pedro in fase calante, Felipe pronto a firmare per la Juve e Zaccagni alle prese con problemi fisici e di rinnovo, c'era bisogno di aumentare le potenzialità della rosa. Tant'è, resta solo una via d'uscita: puntare sul recupero dei big che finora hanno fatto davvero poco per aiutare Sarri. Da Luis Alberto a Immobile per finire agli esterni già menzionati. Nel frattempo Lotito, dopo la sconclusionata gestione del caso Anderson, deve almeno accontentare i giocatori che hanno chiesto i prolungamenti di contratto, peraltro dopo aver avuto la scorsa estate promesse in tal senso. Provedel, Zaccagni e Romagnoli sono in attesa da mesi, sarebbe fondamentale blindarli. Alla fine, è andata come sempre, nessuna sorpresa, sogni vietati ma solo «solide realtà» per citare un presidente che fa di tutto per farsi odiare.
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